Decisivo è stato un tragico caso legato ai social. Il Primo Ministro albanese si è detto molto preoccupato riguardo l’incitamento alla violenza e al bullismo tra giovani. Ha inoltre dichiarato che Tiktok ed altre piattaforme stanno “prendendo in ostaggio i nostri figli”, sottolineando la diversa finalità della piattaforma in Cina rispetto al resto del mondo.
TikTok in risposta richiede chiarimenti dato che ritiene non ci siano prove che colleghino l’incidente alla piattaforma. Il governo albanese prevede di utilizzare il periodo di sospensione per valutare le reazioni degli altri paesi e valutare l’efficacia delle misure adottate.
In seguito alla sua ascesa, TikTok ha adottato diverse politiche per salvaguardare un ambiente sicuro, tutte raccolte in una pagina di policy.
L’Albania non rappresenta il primo paese a imporre restrizioni alla piattaforma. L’India, infatti, già a giugno 2020 ne aveva vietato l’utilizzo dopo uno scontro tra soldati indiani e cinesi sull’Himalaya che aveva provocato la morte di venti militari indiani. La motivazione ufficiale del divieto fu per ragioni di sicurezza nazionale. Il divieto è diventato permanente dal 2021.
La situazione risulta essere ancora più critica negli Stati Uniti, in cui la questione centrale riguarda la scarsa trasparenza della piattaforma. A preoccupare è la possibilità che i dati sensibili possano finire nelle mani del governo cinese.
G.R.
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