Qual è stato il punto di svolta in questo nuovo processo? Il passo in avanti che ha permesso tutto ciò è stato realizzare che il futuro dell’apprendimento prevede un’integrazione solida con gli strumenti di Intelligenza Artificiale. Proprio OpenAI, Google e Anthropic si sono mossi in questa direzione e, nella piena consapevolezza di ciò, hanno deciso di portare studenti e insegnanti verso un utilizzo dell’AI che sviluppi e implementi il pensiero critico.
Infatti, proprio grazie alla modalità Study Mode, l’AI diventa un sostegno attivo che non solo supporta l’apprendimento ma anche stimola le capacità cognitive. Questo strumento, in particolare, incoraggia un uso accademico responsabile del chatbot. In un contesto di crescente uso improprio degli strumenti di Intelligenza Artificiale nei contesti di apprendimento, la nuova funzione guida gli studenti nella comprensione di argomenti complessi. In questo modo, ChatGPT non è più solamente un motore di risposta ma molto altro.
Ma come viene stimolato l’apprendimento? Lo strumento elabora domande interattive mirate e suggerimenti volti a strutturare la comprensione attraverso una metodologia didattica organizzata e guidata. Questo metodo formativo sistematico può essere definito socratico: crea un’impalcatura, uno “scaffold”, che veicola un’assimilazione delle informazioni attiva e non passiva.
La sfida contemporanea diventa quella di tramutare uno strumento potenzialmente dannoso in risorsa chiave all’interno di un contesto di apprendimento. OpenAI sembra dirigersi verso questa direzione, anche se dietro a strumenti come ChatGPT rimane pur sempre l’individuo. Dunque, il futuro di questi grandi strumenti dipenderà dall’uso che ne facciamo, dalle motivazioni che si celano dietro al suo utilizzo e dall’accortezza di fruirne in modo consapevole.
L.V.
Diritto dell’informazione
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