Con la sentenza n.40309/2022, la Corte di cassazione penale ha confermato l’orientamento della propria giurisprudenza ad attribuire i contenuti presenti su un dato profilo Facebook all’utente registrato come intestatario, in assenza di qualsiasi reazione o formale denuncia alle autorità di polizia contro intrusioni di terzi.
A nulla è servito per il ricorrente coinvolto sostenere semplicemente di non essere l’autore di certi post diffamatori, puntando invece il dito sugli inquirenti che avrebbero mancato di accertare chi fosse il reale responsabile.
Lo stesso contenuto dei post diffamatori in questione è stato oggetto di discussione, con il ricorrente che sosteneva come le espressioni usate non fossero lesive della reputazione e dell’onore della persona lesa, comandante della polizia municipale.
Per la Cassazione, espressioni come “latrina” sono state definite come intrinsecamente offensive.