Si è svolto nella mattinata di oggi, giovedì 28 Gennaio 2021, il convegno celebrativo organizzato dal Garante della Privacy in occasione della giornata europea della protezione dei dati, che segna il 40esimo anniversario della Convenzione 108 del Consiglio d’Europa: l’unico trattato internazionale sulla tutela della vita privata.
Argomento centrale dell’evento sono stati i neurodiritti. Si è dibattuto riguardo la privacy e i nuovi scenari posti dalle neuroscienze. E’ stato dedicato ad uno degli ambiti disciplinari più moderni ed affascinanti, dove si incrociano etica, discipline giuridiche, nuove tecnologie e le frontiere più avanzate della scienza, il convegno organizzato quest’anno dal Garante per la privacy in occasione della 15esima Giornata europea della protezione dei dati personali.
Il convegno, intitolato “Privacy e neurodiritti: la persona al tempo delle neuroscienze”, si è svolto in mattinata, dalle ore 10:00 alle ore 13:00, in modalità streaming, in ottemperanza alle misure di prevenzione del Covid-19. Obiettivo dell’evento è stato quello di approfondire la questione dell’incidenza delle neuroscienze e dell’intelligenza artificiale sul processo volitivo e, più in generale, cognitivo, delle persone, anche sotto il profilo delle responsabilità giuridiche.
Alla viglia della Giornata europea per la Privacy il Consiglio d’Europa ha varato le linee guida sul riconoscimento facciale. “L’uso di tecnologie per il riconoscimento facciale per identificare le emozioni degli individui deve essere vietato perché pone gravi rischi, tra gli altri, nell’ambito del lavoro, dell’educazione, e anche nel sottoscrivere una assicurazione”. “Durante la pandemia di coronavirus abbiamo potuto apprezzare ancor più del solito quanto sia importante un regime di protezione dei dati efficiente – spiegano i commissari Věra Jourová e Didier Reynders. Nuove soluzioni digitali quali le app di tracciamento possono funzionare solo se le persone si sentono tutelate adeguatamente e possono essere certe che i loro dati non saranno utilizzati impropriamente. Il regolamento generale sulla protezione dei dati è un passo importante verso l’approccio antropocentrico dell’Europa alle tecnologie digitali; esso sostiene e responsabilizza i cittadini”.
“La circolazione libera e sicura dei dati è essenziale anche per la continuità di funzionamento delle amministrazioni pubbliche e delle imprese durante la pandemia. La tutela della vita privata e una facile circolazione dei dati personali devono procedere di pari passo”, hanno aggiunto.
Sottolineano inoltre che, “l’Ue si trova in una posizione che le permette di promuovere flussi di dati sicuri e affidabili su scala mondiale. A tal fine la Commissione potenzierà la cooperazione con i partner che condividono i suoi stessi valori a livello bilaterale e multilaterale, sfruttando la crescente tendenza verso livelli più alti di norme in materia di tutela della vita privata. Con la decisione sullo scudo Ue-Usa per la privacy nella causa Schrems II a luglio 2020 la Corte ha confermato che, anche quando escono dai confini europei, i dati personali devono rimanere al sicuro”.
Aprendo i lavori del convegno, Pasquale Stanzione, presidente dell’Autorità Garante per la Protezione dei dati personali, ha sottolineato le nuove sfide per la privacy. “Non tutto ciò che è tecnicamente possibile è anche giuridicamente lecito ed eticamente ammissibile, perché non possiamo fare tutto ciò che è possibile fare, come diceva Nietzsche. Ogniqualvolta la scienza amplia la sfera delle possibilità, sorge il problema del limite di ammissibilità e di sostenibilità etica, giuridica, sociale dell’innovazione” – ha detto. “In primo luogo, va distinto l’uso strettamente terapeutico delle neurotecnologie dal loro utilizzo a fini di potenziamento cognitivo. Positivo è l’uso che di tali tecniche si potrebbe fare, ad esempio, per la cura di malattie neurodegenerative”.
Secondo Stanzione “si delinea una congiunzione tra neuroscienze e capitalismo digitale, definita con una crasi significativa ‘neurocapitalismo’, idonea a determinare implicazioni potenzialmente dirompenti sulla vita individuale e collettiva, di una pervasività tale da scardinare gli assunti fondativi dell’intero sistema delle garanzie costituzionali”.
Si chiede a questo proposito concludendo: “Quale significato avrebbe la tutela dell’intangibilità della sfera privata, in ogni sua articolazione, se poi i pensieri fossero ‘leggibili’ e venisse così negata la riservatezza? Può darsi realmente libertà se l’uomo, mediante la tecnica, diviene osservatore delle più intime percezioni, aspirazioni, volontà altrui e persino proprie, se ignote?”.
Nel corso del convegno è stato inoltre proiettato il nuovo video istituzionale realizzato dall’Autorità intitolato “I tuoi dati sono un tesoro”.
L’iniziativa ha avuto la media partnership della Rai.