Oltre 400mila interventi chirurgici rinviati, circa 11 milioni di visite e accertamenti arretrati da smaltire, screening e follow up bloccati o al rallentatore. Durante l’emergenza Covid-19, gli ospedali sono stati meno accessibili per gli altri malati a causa dello sdoppiamento dei percorsi terapeutici tra pazienti Covid e non Covid, perché molte professionalità sanitarie in genere dedicate ad altro si sono impegnate nella copertura dell’emergenza, perché – a meno che non fosse strettamente necessario – si preferiva evitare di recarsi in ospedale. In questi primi mesi del 2020, i malati di patologie non Covid hanno subito ritardi o sospensioni nelle loro cure. I pazienti oncologici attivi sono 1 milione e 190mila e devono essere sottoposti con regolarità a chemioterapia, radioterapia, immunoterapia o terapie mirate. Secondo un sondaggio promosso da un gruppo di associazioni, oltre un paziente su tre (il 36%) ha segnalato la sospensione di esami e visite di follow-up, e uno su cinque di esami diagnostici, mentre solo il 3% ha riferito uno stop alle cure.
Al Nord, pur essendo la zona più duramente colpita dall’emergenza Coronavirus, emerge che solo il 14% dei pazienti lamenta la sospensione di esami o follow-up. Al contrario in Centro e Sud Italia questa percentuale sale al 40%. Talvolta sono stati gli stessi pazienti a non presentarsi, spaventati dalla situazione.
Secondo la Fondazione Insieme contro il Cancro, il 20% dei malati oncologici non si è presentato in ospedale alle visite programmate. C’è poi il problema del ritardo e della coda generatisi negli screening precoci. Secondo uno studio di Nomisma, sono quasi 4 milioni i test che dovranno essere effettuati per pareggiare i conti con gli anni precedenti entro dicembre. Secondo il Centro Studi bolognese, il Servizio Sanitario Nazionale si troverà, a settembre, ad aver eseguito solo un terzo dei test di prevenzione effettuati mediamente in un anno per tumore alla mammella, cervice dell’utero e colon retto. Nomisma ha calcolato che sarà necessario effettuare negli ultimi 4 mesi dell’anno 1,2 milioni di test diagnostici mammografici, 1,1 milioni di test cervicali e circa 1,6 milioni di test colorettali.
I dati relativi alle malattie cardiache non sono migliori secondo uno studio pubblicato sull’European Heart Journal che ha analizzato il numero dei ricoveri nelle unità di terapia intensiva coronarica di 54 strutture cardiologiche universitarie italiane. Negli ospedali censiti, la pandemia ha fatto registrare una riduzione del 48,4% dei ricoveri per infarto miocardico acuto. La Società italiana di cardiologia rileva purtroppo che nello stesso periodo la mortalità per infarto è triplicata. Ora andranno organizzate e smaltite lunghe code terapeutiche. Per quanto riguarda le malattie rare, secondo uno studio dell’Istituto superiore di Sanità, oltre il 50% dei pazienti ha rinunciato o interrotto i percorsi terapeutici. Il 46% di questi su suggerimento del medico, il resto per paura. Sempre secondo dati di Nomisma, che si tratti di visite odontoiatriche o di controlli per i malati di diabete, la stima dei controlli e degli accertamenti clinici saltati è di oltre 11 milioni, cui si sommano 410mila interventi chirurgici di ogni tipo, giudicati non urgenti e ora da recuperare.