Le tecnologie basate su algoritmi, compresi i sistemi decisionali o di monitoraggio automatizzati, hanno consentito la nascita e la crescita delle piattaforme di lavoro digitali. Il lavoro mediante piattaforme digitali è svolto da persone fisiche e il più delle volte l’esecuzione, la retribuzione e il rapporto tra i clienti e le persone viene controllato da algoritmi. Nonostante ci sia un controllo pervasivo dele condizioni di lavoro, al momento il 90% dell’organico delle piattaforme europee è composto da lavoratori autonomi che, quindi, percepiscono un salario minimo senza adeguate tutele.
Per Bruxelles, in realtà, 5 milioni di addetti alla gig economy sarebbero falsi autonomi e dovrebbero ricevere tutte le tutele dei lavoratori dipendenti. La proposta di direttiva si struttura quindi su due pilastri principali: la determinazione del corretto status occupazionale dei lavoratori delle piattaforme digitali e l’implementazione di nuove norme dell’Ue inerenti all’uso dell’intelligenza artificiale nei luoghi di lavoro.
La qualificazione dei lavoratori come autonomi o come dipendenti si stabilirebbe, in base alla direttiva, secondo sette criteri e ne bastano tre per attivare una presunzione legale di subordinazione. Per stabilire se si tratti di una dipendenza dalla piattaforma di lavoro digitale bisogna, ad esempio, capire se la piattaforma determina i limiti massimi per il livello di retribuzione; impone alla persona di rispettare regole specifiche di comportamento; supervisiona l’esecuzione del lavoro, anche con mezzi elettronici; limita, anche mediante sanzioni, la libertà di organizzare il proprio lavoro. Buona parte dei criteri intendono garantire la protezione dei dati personali delle persone che svolgono un lavoro mediante piattaforme digitali con specifiche che garantiscono una protezione maggiore rispetto al regolamento generale sulla protezione dei dati.
Per quanto invece riguarda l’uso dell’intelligenza artificiale, il Consiglio Europeo ambisce a garantire e promuovere un’adeguata consapevolezza e informazione dei lavoratori in merito all’utilizzo di sistemi automatizzati di monitoraggio e di tipo decisionale. I ministri sottolineano inoltre l’importanza che i lavoratori siano informati sull’uso di sistemi automatizzati di monitoraggio e decisionali, e che gli algoritmi siano monitorati da personale qualificato, che gode di una protezione speciale da trattamenti avversi.
L’azienda Just Eat accoglie positivamente la notizia dell’accordo raggiunto. Daniele Contini, Country Manager dell’app di food delivery afferma: “Il percorso che abbiamo avviato oltre due anni fa, con l’assunzione di tutti i nostri rider, si basa su obiettivi comuni come la garanzia di diritti e tutele per i lavoratori delle piattaforme digitali. Crediamo che questo sia un importante passo avanti per il raggiungimento di condizioni di parità nel nostro settore, quindi per un mercato equo e competitivo”.
(C.D.G.)