Si può parlare di un’AI amica dei professionisti dei ruoli tecnologici? Assolutamente sì. È possibile confutare la credenza comune di un futuro che non lascia spazio alle competenze tecnologiche dell’uomo. Quest’idea nasce dall’equivoco nel considerare la natura della tecnologia e il percorso evolutivo proprio delle grandi organizzazioni.
La direzione sembra essere quella di una vera e propria trasformazione delle professioni tech, che da strumenti di supporto si tramutano in centro pulsante delle imprese complesse. L’AI funge da vero e proprio motore di crescita: potenzia la capacità d’azione di specialisti in grado di trasformare il rumore informativo in segnale decisionale.
Il dato assume un ruolo cruciale, e insieme ad esso l’Intelligenza Artificiale amplifica e perfeziona strumenti di analisi prima impensabili. In quest’ottica, Cybersecurity e AI devono andare di pari passo. In un mondo sempre più digitalizzato e connesso, il livello di rischio informativo sembra crescere a dismisura. Gli esperti di Cybersecurity, dunque, assumono un ruolo chiave nel concepire e supervisionare strategie di protezione essenziali. Questo comporta un’integrazione e un arricchimento delle competenze tech.
Si giunge al fulcro della metamorfosi, dove la tecnologia cessa di essere una funzione a sé stante e diventa un vero e proprio linguaggio universale. Questa trasformazione è percepibile in figure come il responsabile delle Risorse Umane o il CFO. Ad oggi, il primo deve saper comprendere attivamente la logica degli algoritmi e potenziali implicazioni strategiche per guidare le persone, mentre il secondo deve riuscire a padroneggiare il dialogo tra finanza e data science sfruttando modelli di AI.
Dunque, qual è il futuro dei ruoli tecnologici? È possibile prevedere una collaborazione tra specialisti e l’AI, che comporta la creazione di un binomio vincente.
L.V.