Noyb è una Ong austriaca
Nel 2018 è entrato in vigore il Gdpr, il regolamento dell’Unione Europea per la protezione dei dati. Serve a proteggere i cittadini dalla condivisione senza consenso dei propri dati, dal tracciamento, dal furto dei dati e a proteggere la privacy degli utenti.
Il cittadino, dopo l’entrata in vigore del Gdpr, può fare denuncia presso le autorità nazionali per la protezione dei dati, che avranno il compito di indagare e, nel caso di conferma che vi sia un fondamento alla denuncia del cittadino, emettere delle multe nei confronti delle aziende coinvolte.
Lo studio ha visto che negli anni sono state presentate tantissime denunce da parte dei cittadini verso colossi come Meta ed Apple, ma solo l’1.3% delle denunce sono terminate con una multa, il 98.7% delle altre denunce è andato avanti per anni ed è terminato o con nulla di fatto o con un patteggiamento.
Noyb ha presentato i dati dei paesi che hanno rilasciato multe per la violazione del Gdpr. La Slovacchia ha rilasciato il 6.8% delle multe, Cipro il 3.1%, la Francia lo 0.1% e l’Olanda lo 0.03%.
Il report afferma che molte denunce dei cittadini che non hanno portato a multe non sono infondate anzi si parla di denunce “ovvie”, cioè di chiare violazioni che però non hanno visto risposte conformi alla legge.
Max Schrems, fondatore di Noyb, ha affermato che secondo lui la colpa è delle autorità per la protezione dei dati personali che non sembrano avere alcuna motivazione a far rispettare le leggi.
Negli anni sono successi casi come quello di un cittadino austriaco che dopo aver esposto la settantottesima denuncia in due anni si è sentito rispondere che non avrebbero più accettato denunce da parte sua. Le autorità nazionali affermano che succede tutto ciò a causa di una mancanza di risorse.
Un altro problema riscontrato dagli esperti riguarda il fatto che le multe che i colossi tech hanno ricevuto non sono nulla rispetto al loro fatturato.
S.P.
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