Le conseguenze ambientali legate al consumo energetico che comportano tutti i modelli di IA rischiano di diventare sempre più pesanti. Non è un segreto che, anche a causa della loro enorme diffusione, le nuove tecnologie non giovino al nostro ecosistema e per questo motivo si stanno cercando soluzioni per tenere sotto controllo il problema.
Le attuali intelligenze artificiali sono state definite “Red AI”, per evidenziarne la nocività a livello ambientale. Questi modelli hanno infatti un consumo energetico molto elevato, soprattutto per quanto riguarda la fase della loro progettazione.
Le eccessive emissioni di CO2 hanno portato alla luce la richiesta per un IA più green e più attenta all’impatto che essa ha sull’ambiente. Uno studio dell’Università Cattolica di Brescia, che ha visto coinvolti i ricercatori Enrico Barbierato e Alice Gatti, ha suggerito alcune strategie per arrivare a quelle che sono state definite “Green AI”.
Per ridurre il consumo energetico, si potrebbe passare al solo utilizzo di TPU invece delle classiche CPU, meno efficienti e assai più dispendiose dal punto di vista energetico, così come diminuire i parametri secondo i quali si addestrano i vari modelli.
Infine, un obiettivo dev’essere quello di un’IA che si basa unicamente su fonti di energia rinnovabile. L’ambiente, al momento, sta risentendo parecchio della vastissima diffusione di queste tecnologie e la situazione non è destinata a migliorare. Queste vie potrebbero essere un primo tentativo per limitare il problema.
S.C.
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