Un codice deontologico per gestire l’Intelligenza Artificiale con responsabilità. È il Venice PLEDGE, firmato a Venezia il 16 maggio 2025 durante l’annuale incontro europeo di Global Alliance for Public Relations and Communication Management. Ospitato da FERPI, l’evento ha portato alla definizione di sette principi guida per l’uso etico dell’AI nelle professioni della comunicazione e delle relazioni pubbliche.
Il documento è ora ufficialmente parte del corpus etico della Global Alliance, insieme al Global Code of Ethics, ed è stato sottoscritto da organizzazioni professionali di oltre venti Paesi. Tra queste, anche la stessa FERPI, che ne presenterà i contenuti all’assemblea nazionale in programma a Napoli il 12 luglio.
L’obiettivo è chiaro: promuovere una cultura dell’AI che metta al centro il giudizio umano, la trasparenza e la protezione dei dati, in un settore, quello della comunicazione, dove le tecnologie generative stanno già cambiando processi, linguaggi e responsabilità.
I sette principi del Venice PLEDGE sono: etica al primo posto; governance a guida umana; responsabilità personale e organizzativa; consapevolezza, apertura e trasparenza; formazione continua; voce globale e proattiva; AI centrata sull’uomo per il bene comune. Concetti che puntano a rafforzare la fiducia, evitare abusi, ridurre i rischi di disinformazione e bias sistemici.
L’AI “responsabile”, secondo la definizione di Global Alliance, è uno strumento a supporto, non sostitutivo, della capacità umana di valutare, creare, comunicare. Una tecnologia che deve essere impiegata con consapevolezza, supervisionata e tracciabile. E soprattutto, non indipendente dai valori etici e professionali condivisi.
Il Venice PLEDGE nasce quindi come codice, ma si propone anche come piattaforma di riflessione, uno strumento per orientarsi in un ecosistema comunicativo in rapida evoluzione. Una call to action per costruire un nuovo paradigma di riferimento, in cui l’etica sia una pratica quotidiana, non un principio astratto.
La sfida ora è trasformare questi principi in criteri operativi. Perché il modo in cui oggi governiamo l’uso dell’AI nella comunicazione dirà molto sulla qualità della fiducia e della trasparenza che saremo in grado di costruire domani.
A.C.