Si è svolto all’Auditorium Ara Pacis di Roma l’evento “Stati generali della lotta alla pirateria tra legalità e sicurezza”, organizzato da FAPAV, la Federazione per la Tutela delle Industrie dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali, per la presentazione della nuova edizione della ricerca sulla pirateria audiovisiva condotta da Ipsos Italia.
“L’industria audiovisiva in tutte le sue sfaccettature costituisce un settore importante che contribuisce alla cultura e all’economia del paese, e la pirateria non deve essere un freno al suo sviluppo. È di vitale importanza conoscere la portata dei danni economici che la pirateria audiovisiva genera non solo sull’industria ma su tutto il sistema Pase, mentre contemporaneamente dobbiamo rafforzare tutti gli strumenti a nostra disposizione per fermare il drenaggio di risorse preziose per questa industria così importante da parte delle organizzazioni criminali”, ha affermato in un messaggio video il ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti.
La pirateria audiovisiva in Italia è in piena trasformazione: da una parte si afferma un’offerta legale sempre più ampia e competitiva, dall’altra chi pirata lo fa sempre di più in modo selettivo, concentrando il proprio interesse su specifici contenuti, tra cui risultano in forte crescita gli eventi di sport live.
Grazie all’illustrazione dei dati emersi dalla nuova ricerca FAPAV/Ipsos è apparsa molto evidente la crescita della pirateria digitale durante il periodo di lockdown. Il presidente Ipsos Italia, Nando Pagnoncelli, nella sua presentazione ha affermato che diffondere questi numeri contribuisce a contrastare la ‘cultura’ dell’illegalità, perché ancora oggi la metà dei pirati ritiene erroneamente che il proprio comportamento non sia grave, nonostante sia un vero e proprio reato.
I dati raccolti confermano un aumento nell’ultimo anno dell’incidenza complessiva della pirateria tra la popolazione adulta, pari al 43%, ma contestualmente registrano un calo rilevante nel numero di contenuti audiovisivi piratati: si stimano nel 2021 circa 315 milioni di atti illeciti, il 24% in meno rispetto al 2019, addirittura il 53% in meno rispetto al 2016.
Guardando al Sistema Paese, il fenomeno dell’illegalità diffusa nella fruizione di contenuti audiovisivi, provoca danni ingenti, sia in termini di fatturato, circa 1,7 miliardi di euro; sia come Pil, circa 716 milioni di euro; sia come entrate fiscali per lo Stato, circa 319 milioni di euro, che potrebbero essere impiegati in servizi pubblici a disposizione della collettività. Invece la pirateria non solo è un freno per lo sviluppo ma mette anche a serio rischio l’occupazione: si stima una perdita di posti di lavoro pari a 9400 unità.
Le conseguenze allarmanti non riguardano solo il fronte economico e industriale ma anche la sicurezza degli utenti: numerosi sono infatti i rischi, soprattutto se pensiamo all’accesso a piattaforme illegali, legati ad attacchi informatici con violazioni dei dati personali e bancari, oltre ai pericoli sui device attraverso malware e virus.