Ogni studente condivide con la propria università una crescente quantità di dati personali per i servizi didattici, amministrativi e di supporto. Questi dati possono essere oggetto di trattamento anche da parte di enti che cooperano con l’istituzione universitaria per cercare di favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro e monitorare la condizione occupazionale post-universitaria degli studenti.
Un esempio è quello di Almalaurea, ente privato che fa parte del sistema di produzione statistica nazionale (SISTAN) e che lavora a stretto contatto con le università. Si occupa di: raccogliere le valutazioni e i giudizi legati all’esperienza universitaria; analizzare le caratteristiche e performance dei laureati, elaborando informazioni utili al miglioramento dell’offerta formativa; acquisire i curriculum degli studenti rendendoli disponibili in una banca dati accessibile, a fini occupazionali, ad enti e imprese che ne fanno richiesta.
Le nuove sfide per la privacy degli universitari possono derivare anche dall’introduzione dell’Intelligenza Artificiale e dei big data. Strumenti che permettono alle università anche di prevedere i tassi di abbandono scolastico e suggerire percorsi accademici personalizzati.
Occorre quindi sensibilizzare gli studenti universitari di qualsiasi percorso verso gli aspetti legati alla protezione e gestione dei dati personali. Inoltre, l’università deve avere un ruolo di primo piano per garantire che lo sviluppo e l’utilizzo di tecnologie emergenti, come l’AI, avvenga nel rispetto del diritto fondamentale alla privacy.
M.M.