Nonostante l’adozione dell’Intelligenza Artificiale nella gestione delle risorse idriche prometta benefici significativi in termini di efficienza, monitoraggio e ottimizzazione dei consumi, l’integrazione sempre più stretta tra AI e infrastrutture digitali espone il settore a rischi crescenti in ambito di cybersecurity, che potrebbero minare l’affidabilità dei sistemi idrici e compromettere la sicurezza pubblica.
L’AI è spesso impiegata in sistemi complessi che includono sensori IoT, attuatori, piattaforme cloud e modelli di apprendimento automatico e, in un contesto come questo, la vulnerabilità di uno solo di questi elementi può portare a potenziali attacchi informatici. I dispositivi IoT utilizzati nelle reti idriche sono infatti spesso progettati con risorse limitate e non sempre dispongono di sistemi di protezione adeguati, fatto che li rende facilmente aggirabili.
Una delle principali minacce risiede nella manipolazione dei dati. Se i dati in input sui cui si basano le analisi dell’AI vengono alterati, tramite ad esempio attacchi di data poisoning, il sistema può produrre risposte errate con conseguenze potenzialmente gravi. A rappresentare una minaccia sempre più documentata vi sono anche i così detti adversarial attacks: inviare input creati apposta per indurre in errore l’Intelligenza Artificiale.
Un ulteriore fattore critico riguarda l’integrazione tra i sistemi legacy e le nuove tecnologie: le infrastrutture idriche esistenti sono state progettate per la maggior parte prima dell’era digitale e non contemplano misure di protezione contro minacce informatiche moderne. Questo vuol dire che l’introduzione di tecnologie AI in questi contesti, se non accompagnata da una revisione dell’architettura dei sistemi e da un’adeguata strategia di sicurezza, può amplificare le vulnerabilità esistenti.
Per affrontare tutte queste minacce è necessario un approccio multilivello che combini soluzioni tecnologiche avanzate con pratiche di gestione della sicurezza. Tra le misure raccomandate rientrano l’adozione di protocolli di sicurezza robusti, la valutazione periodica delle vulnerabilità, la formazione del personale, la collaborazione con esperti di cybersecurity e l’implementazione di metodologie di testing e di benchmarking.
S.B.