Oggi la pirateria di film e serie tv viaggia sugli smartphone, grazie a spezzoni di circa 2 o 3 minuti l’uno pubblicati su TikTok, fruiti dai più giovani.
In merito all’argomento si è espresso il Wall Street Journal che nell’articolo spiega come diversi utenti abbiano deciso di dedicare i loro profili alla diffusione di lungometraggi, come il popolarissimo Barbie, divisi in tante piccole clip pensate per essere viste velocemente una dopo l’altra.
L’unica cosa che bisogna fare è digitare nella barra di ricerca il nome del film e compariranno anche dei video con titoli come: “Barbie parte 6”. Dopo aver visto due o tre video di fila l’algoritmo suggerirà nella pagina “Per te” contenuti simili, che permetteranno di ricostruire l’intero filo narrativo del film.
Un utente potrà dunque godersi la visione di film che probabilmente non avrebbe nemmeno ricercato in streaming. Gli utenti che caricano questi video generano facilmente traffico sui loro profili senza ottenere alcuni tipo di profitto o di sponsorizzazione.
La pratica viola le leggi sul copyright e la proprietà intellettuale degli studi cinematografici e televisivi. Per questo la ricerca sul social non è così intuitiva.
La legge sul diritto d’autore si riferisce ad opere del genere definendole opere audiovisive, di per sé protette dal diritto in quanto opere autonome (Art. 3 della legge 633/41). Si tratta di opere assimilabili alle opere cinematografiche ma che si esprimono mediante un insieme organico di immagini in movimento corredate da suoni o musiche, non necessariamente a contenuto narrativo.
Gli spezzoni sono vere e proprie sequenze di film ripresi con i relativi dialoghi inseriti però in un diverso contesto che li snatura da quello loro originale, ma che crea comunque un video con un suo filone narrativo.
È importante precisare che la policy della piattaforma proibisce qualunque tipo di pubblicazione che non rispetti il diritto d’autore sui contenuti pubblicati, ma frenare il fenomeno non è semplice, gli utenti, infatti, adottano strategie in grado di mascherare i video, combinando le clip di una serie tv con altri contenuti per evitare che vengano scoperti.
C’è un ulteriore motivo per cui questa nuova forma di pirateria potrebbe prendere diffondersi sempre di più. Alcuni Studios e società di produzione, scrive il Wall Street Journal, potrebbero non far causa alla piattaforma, cercando di beneficiare del nuovo trend.
Alcuni la considerano una nuova opportunità, una promozione a costo zero che riesce a raggiungere i più giovani che possono venire a contatto con le loro opere.
C.L.