Interagendo come un motore di ricerca, l’intelligenza artificiale è in grado di scrivere su qualsiasi argomento. Il software gratuito ChatGPT (generato dalla società no profit Open AI per potenziare il suo motore di ricerca e far concorrenza a Google) sfrutta questo aspetto, ma desta diverse preoccupazioni e genera dibattiti tra esperti e utenti che l’hanno provato.
Al fine di evitare abusi in questo campo, a gennaio 2023 lo studente di 22 anni, Edward Tian, originario di Toronto, ha creato l’applicazione GTPZero in grado di smascherare se un testo è stato scritto da un essere umano o da un bot.
Se da un lato questa web app ha suscitato l’interesse di Microsoft, dall’altro scuole e università statunitensi temono che GPTZero possa essere utilizzato per commettere plagio da parte degli studenti, per violare i diritti d’autore da parte dei creativi e per scrivere virus malevoli da parte dei ricercatori di sicurezza.
Tian, che frequenta l’ultimo anno all’Università di Princeton, ha dichiarato che GPTZero si basa sull’analisi della variabilità del linguaggio. Per esempio, l’app riesce ad analizzare se un testo contiene frasi brevi o lunghe, o se la scrittura appare uniforme.
In un tweet, Tian ha dimostrato come l’app comprende la differenza tra un saggio pubblicato sulla rivista New Yorker e una lettera scritta da ChatGPT.
Il funzionamento è molto semplice: si inserisce il testo del compito incriminato e l’app analizza il grado di complessità, l’originalità del contenuto e la ridondanza delle parole per provare a identificare l’autore.
Anche se attualmente si tratta di una semplice versione beta che lavora principalmente sulla lingua inglese, questo strumento potrebbe rivelarsi molto utile sia in campo scolastico che nell’identificazione di eventuali fake news generate attraverso l’AI.
Lo studente ha dichiarato alla BBC: “Questa tecnologia migliorerà sempre di più, l’intelligenza artificiale è qui per restare. Questo è il futuro”.
(N.T.)