Lo sviluppo dell’intelligenza artificiale (AI) è molto importante e rappresenta allo stesso tempo una grande opportunità e anche un rischio. Tra gli aspetti che possono essere considerati come svantaggiosi e pericolosi trova spazio quello della sostenibilità ambientale e dell’impatto ambientale di queste tecnologie.
Sebbene ci siano poche informazioni in merito, gli studi hanno dimostrato che le IA contribuiscono ad inquinare l’ambiente in un modo non indifferente visto l’elevato consumo di energia necessario per programmarle e per il loro funzionamento. L’impatto si traduce principalmente in emissioni di anidride carbonica, che risultano però difficili da calcolare.
Le emissioni di CO2 sono dovute alla vastissima quantità di dati e all’utilizzo del cloud. Alcuni studi quantificano l’impatto ambientale generato dallo sviluppo di una singola intelligenza artificiale intorno alle 285 tonnellate di anidride carbonica (un valore di circa cinque volte superiore a quello prodotto da un’automobile nel suo intero ciclo di vita).
Ad esempio, per quanto sia difficile da calcolare l’effettiva entità dell’impatto ambientale di ChatGPT, alcune stime suggeriscono che il suo funzionamento quotidiano genera circa 3,82 tonnellate di anidride carbonica. Questa stima non tiene nemmeno conto dell’energia necessaria per l’addestramento dell’AI o dell’impatto ambientale dei dispositivi degli utenti che accedono a ChatGPT
L’impatto ambientale dell’AI è una preoccupazione crescente e si stanno facendo sforzi per ridurne l’impatto. Ad esempio, OpenAI sta esplorando modi per utilizzare energia rinnovabile per alimentare i suoi sistemi AI. Allo stesso modo, i ricercatori stanno lavorando per sviluppare algoritmi e modelli più efficienti dal punto di vista energetico e che richiedano meno dati di addestramento.
In questo modo il consumo di energia che oggi questa attività produce sarà meno importante.
(S.F.)