L’evento, promosso dal tavolo tecnico dei Direttori degli uffici stampa istituito presso la Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome, è stata l’occasione di sviluppare un ricco terreno di analisi e confronto sulle implicazioni che l’informazione e la comunicazione social rivestono in ambito normativo, giuridico e deontologico e sull’impatto che l’intelligenza artificiale può avere sui social media e la comunicazione in generale.
Tra i relatori del convegno, il professor Ruben Razzante, docente di Diritto dell’Informazione e Regole della Comunicazione d’Impresa all’Università Cattolica di Milano, fondatore del portale dirittodellinformazione.it e autore del libro “I (social) media che vorrei, innovazione tecnologica, igiene digitale, tutela dei diritti” (FrancoAngeli Editore), da cui è mutuato il titolo dell’incontro. Insieme a lui, Carlo Melzi d’Eril, avvocato cassazionista, esperto di Diritto dell’informazione; Paolo Liguori, Direttore editoriale TgCom24; Carlo De Blasio, Vicedirettore nazionale Tgr RAI con delega ai social media; Giovanni della Frattina, capo della redazione milanese de Il Giornale; Luca Levati, Direttore Radio Lombardia; Erika Mandraffino, Direttrice della comunicazione esterna di ENI.
Dopo i saluti introduttivi di Roberto Ciambetti, Coordinatore della Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Provincie autonome e Presidente del Consiglio regionale del Veneto, e Federico Romani, presidente del Consiglio regionale della Lombardia, ed a seguito dell’intervento di Laura Aria (Agcom), sono stati numerosi gli spunti di riflessione durante il dibattito. Tra questi citiamo l’intervento di Carlo Melzi d’Eril che commenta in merito al senso di impunità che l’individuo percepisce sui social network: “la massima libertà dell’individuo non può essere disgiunta dalla responsabilità”.
Paolo Liguori, Direttore editoriale TgCom24, raccomanda di prestare attenzione ad un nuovo nemico occulto che vive sul web, cioè l’algoritmo, invitando chi si occupa di informazione a ricordare che “i social siamo noi”.
Giovanni della Frattina, giornalista de Il Giornale, ci ricorda che dopo l’avvento del digitale “il giornale continua ad essere considerato uno strumento autorevole di diffusione delle informazioni”.
È intervenuto Carlo De Blasio, Vicedirettore nazionale Tgr RAI con delega ai social media, fornendo uno spunto di riflessione sul darkweb e sui contenuti che lo popolano. Il rischio, secondo De Blasio, è che le istituzioni concentrino le loro attenzioni sul mondo di superficie, legiferando in merito, e trascurando il lato nascosto. Inoltre, in merito al clima d’odio che si respira nel web, aggiunge che “le parole non sono solo parole, ma sono la nostra realtà, e dobbiamo prestare attenzione all’uso che ne facciamo”.
Durante la conferenza Erika Mandraffino, Direttrice della comunicazione esterna di ENI, descrivendo gli obiettivi della società, afferma che “i social sono luoghi in cui è necessario vincere la battaglia dell’attenzione, senza fare ricorso a polarizzazione”.
L’intervento di Razzante si è concentrato sulla relazione tra tecnologia e Pubblica Amministrazione, con particolare attenzione ai social media, descritti dal professore come l’ultimo tassello della comunicazione nelle PA. Razzante ha voluto ricordare che i social media sono uno strumento tanto indispensabile quanto importante da governare. È dunque fondamentale continuare a far valere il rispetto delle norme deontologiche, chiedendo impegno e attenzione da parte di tutti gli attori del mondo dell’informazione, a cominciare dai giornalisti. Il professore ha voluto ricordare alle telecamere del Consiglio regionale della Lombardia che“ i giornalisti devono usare con accuratezza e senso di responsabilità i social affinché essi non diventino uno strumento di lotta politica o di polemica gratuita, ma strumenti di vera informazione”.
Alla fine dell’evento, di fronte a una platea composta da Presidenti e Segretari generali dei parlamenti regionali aderenti alla Conferenza, da numerosi giornalisti ed esperti del settore della comunicazione, nonché da un centinaio di studenti del corso dell’Università Cattolica di Milano, il prof. Razzante ha voluto lanciare un messaggio di speranza, ricordando che la rete non è più una giungla e che, grazie all’intervento del legislatore e ad un algoritmo sempre più trasparente ed etico, vi è una crescente fiducia nella tutela dei diritti in rete.
SF