Come per molti altri mestieri, l’Intelligenza Artificiale sta diventando un attore chiave nel plasmare e definire il futuro del giornalismo. Esploriamo, allora, attraverso l’analisi di ricerche e la raccolta di opinioni rilevanti, le dinamiche emergenti, le opportunità inedite e le sfide legate all’integrazione dell’AI nel panorama mediatico.
Naomi S. Baron, professoressa emerita di Linguistica all’American University di Washington DC, si interroga sul futuro del giornalismo con l’avvento dell’AI. Il docente esprime una particolare angoscia emersa in seguito al lancio di ChatGpt nel novembre 2022, quando sono risultate evidenti le impressionanti capacità di scrittura del bot. Baron dice che dobbiamo riflettere sull’importanza della scrittura nella nostra identità, la quale aiuta lo sviluppo di mente e cervello. È grazie alla scrittura, infatti, che il cervello ci permette di esprimere i nostri pensieri attraverso le parole. Quindi, se l’AI dovesse prendere il sopravvento sulla scrittura, potremmo perdere la nostra autenticità e profondità di pensiero.
Ma che impatto sta avendo l’Intelligenza Artificiale sul giornalismo? Possiamo distinguere due filosofie di giornalismo integrato con l’AI. Il giornalismo automatico, che punta a rimpiazzare i giornalisti con algoritmi che riformulano contenuti basandosi su standard predefiniti e il giornalismo che si limita ad utilizzare algoritmi di ultima generazione per assistere i giornalisti nelle creazioni di contenuti, amplificando le loro capacità di comunicazione.
Mike Ananny, professore in comunicazione e giornalismo alla University of Southern California, e Jake Karr, vicedirettore della Technology law and policy clinic presso la New York University, in un recente articolo intitolato “Press freedom means controlling the language of AI”, rappresentano l’intelligenza artificiale generativa come la più grande minaccia alla libertà di stampa degli ultimi decenni. «I giornalisti – scrivono – dovrebbero agire rapidamente per organizzarsi e rimodellare radicalmente il potere di produrre notizie».
Nel loro articolo, i due studiosi segnalano come con l’adozione crescente dell’AI generativa nel giornalismo ci sia il rischio che il mestiere prenda una deriva profondamente negativa. Le parole scelte dai giornalisti, infatti, sono frutto di riflessione, giudizio e valutazione, nati da una tradizione di impegno verso verità e interesse pubblico. L’AI, al contrario, opera su basi statistiche, agendo più da “pappagalli matematici” che come narratori consapevoli.
La maggior parte delle redazioni giornalistiche ha già integrato l’Intelligenza Artificiale in diverse fasi della produzione delle notizie, dalla raccolta alla distribuzione. Questa integrazione mira a migliorare l’efficienza e a liberare i giornalisti per compiti più creativi. L’AI offre molte opportunità, ma porta anche sfide in termini di trasparenza, etica e “bias”. Molti giornalisti concordano nell’adozione di un AI generativa di supporto al proprio lavoro con l’istituzione di linee guida etiche per garantire che questa sia utilizzata in modo responsabile.
F. S.