Oggi, 2 aprile, si celebra la Giornata Internazionale del Fact-Checking, un’occasione per riflettere sull’importanza cruciale di verificare la veridicità delle informazioni che circolano nel nostro mondo sempre più digitalizzato. Promossa dall’International Fact-Checking Network, questa giornata mira a sensibilizzare sia i professionisti dei media che il grande pubblico sull’importanza di un’informazione verificata e affidabile.
In un’epoca segnata da tensioni geopolitiche e guerre ibride, dove i conflitti non si limitano più ai tradizionali teatri di guerra ma si estendono anche al cyberspazio e alla sfera dell’informazione, il fact-checking emerge come uno scudo contro la disinformazione. Le fake news, gli attacchi cibernetici e le interferenze negli iter elettorali minacciano la stabilità democratica e il benessere sociale, rendendo essenziale il ruolo del fact-checking nel garantire un dibattito pubblico basato sui fatti.
Ma cos’è esattamente il fact-checking? Si tratta di un processo di verifica dell’accuratezza dei fatti riportati e delle dichiarazioni, un’attività che richiede metodo, rigore e imparzialità. Originariamente era compito dei giornalisti verificare attentamente le informazioni prima di pubblicarle, ma con la proliferazione delle notizie online questa pratica è diventata ancora più cruciale e complessa.
Ci sono diverse best practices per condurre un fact-checking efficace. Tra queste sono fondamentali per garantire un’analisi accurata e completa la verifica delle fonti primarie, la consultazione di diverse fonti, la valutazione della credibilità di queste, l’analisi del contesto in cui, ad esempio, è stata fatta un’affermazione, e la consapevolezza dei bias, preconcetti personali, politici o ideologici che possono influenzare le fonti.
In un mondo in cui la verità è spesso distorta e manipolata per fini politici, economici o ideologici, il fact-checking si presenta come una luce nel buio della disinformazione. È uno strumento cruciale per una democrazia informata e per il benessere della società digitalizzata. Pertanto, è responsabilità di tutti, dai giornalisti ai politici, dagli operatori sanitari agli inserzionisti e ai cittadini comuni, contribuire a promuovere un’informazione verificata e affidabile.
M.T.