Sono questi i temi che Giacomo Lasorella, presidente Agcom, ha toccato nella presentazione della relazione annuale 2024 a Montecitorio.
Facendo un quadro del settore dei servizi media audiovisivi (televisione, radio, quotidiani e periodici), Lasorella ha indicato come il valore del comparto nel 2023 fosse di 11,5 miliardi di euro (nel 2019 erano 12,2). Nel suo interno, mentre continua a crescere il peso della tv e la radio rimane sostanzialmente stabile, “è in calo progressivo e strutturale la quota cumulata di quotidiani e periodici”.
“Queste tendenze, evidentemente connesse alla rivoluzione digitale, hanno effetti molteplici, investendo le dinamiche concorrenziali, la protezione dei consumatori e anche la tutela dei princìpi del pluralismo”, ha spiegato. Per queste ragioni si propone una nuova legge sull’editoria.
Bisogna cambiare paradigma: premiare e finanziare l’informazione professionale e tutelarla, non svenderla. Bisogna sostenere le aziende editoriali virtuose. Il disegno di legge all’attenzione del Parlamento – spiega Lasorella – investe diverse aree di competenza dell’Autorità: nel solo settore dei contenuti mediali, si pensi ad esempio alla tutela dei minori, dell’utenza, al diritto d’autore, alla lotta alla disinformazione e alla manipolazione del dibattito pubblico.
A.L