L’ascesa dell’intelligenza artificiale nei motori di ricerca sta rivoluzionando il modo di esplorare il web, ma a quale costo per noi editori?
Google, con la sua “Search Generative Experience”, sta trasformando la ricerca online in un’esperienza sempre più incentrata su risposte immediate, complete, rapide e precise, senza dover necessariamente accedere ai siti web esterni. Questo fenomeno sta sollevando un dibattito sull’impatto che tali evoluzioni potrebbero avere sul traffico web, un tempo flusso vitale per gli editori.
I numeri lo confermano: studi recenti, come quelli di Ahrefs e Amsive, documentano grossi cali nel click-through rate (CTR), che arrivano fino al 30%, quando le risposte AI prevalgono nei risultati di ricerca. Per altro, i dati di Bain & Company riportano che circa il 60% delle ricerche finisce senza che gli utenti accedano ad altri siti.
In altre parole, gli utenti ottengono le informazioni necessarie direttamente da una sola fonte, Google, e molti editori vedono diminuire drasticamente il loro pubblico online.
Mentre Google sostiene che le nuove tecnologie mirano a migliorare l’esperienza utente e a direzionare più traffico verso le fonti, la realtà è ben diversa. Il monopolio sul mercato pubblicitario e le recenti indagini antitrust negli Stati Uniti e in Europa pongono sotto esame la posizione dominante di Google. Le accuse di abuso di monopolio riflettono una serie di preoccupazioni sul potere di Google di manipolare il flusso di informazioni a suo favore.
L’editoria digitale, in più, vive in simbiosi con chi controlla traffico e guadagni. Ma è una simbiosi tossica. Gli esperti SEO ora inseguono l’ottimizzazione per l’AI, ma nessuno sa come funzioni davvero. Intanto, l’intelligenza artificiale diventa la porta d’accesso al sapere e lo filtra.
La soluzione? Ricostruire il rapporto con il pubblico: creare contenuti autentici resistenti alle semplificazioni dell’AI, abbandonare le scorciatoie e investire in strategie solide, “reali” e durature. Perché se non ci riprendiamo il controllo adesso, non resterà nulla da salvare.
A.C.
Diritto dell’informazione
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