La domanda di professionisti con competenze ICT è cresciuta negli ultimi anni, ma il sistema formativo continua a non essere in grado di rispondere con adeguata reattività alle richieste delle imprese. Il mismatch, ormai insostenibile, che si è creato tra la domanda per queste competenze e la loro disponibilità nel mercato del lavoro italiano richiede l’adozione di politiche pubbliche tempestive da parte dei policy-maker.
È questo il tema al centro dell’Osservatorio sulle Competenze Digitali 2023, realizzato dalle maggiori Associazioni ICT in Italia: AICA, Anitec-Assinform e Assintel, in collaborazione con Talents Venture. Il rapporto è stato presentato il 12 dicembre 2023 alla presenza di rappresentanti del mondo dell’impresa, dell’Accademia e delle Istituzioni presso The Hub di LVenture Group.
L’Osservatorio sulle Competenze Digitali 2023 di quest’anno offre un’analisi aggiornata del mercato delle competenze avanzate ICT in Italia. Dal lato della domanda di competenze lo studio propone un’analisi approfondita dei dati sugli annunci di lavoro online per profili ICT, mentre dal lato dell’offerta lo studio mette a fuoco il sistema della formazione di competenze ICT, dai corsi di laurea universitari, agli ITS, i Bootcamp e le Scuole secondarie di secondo grado. Per completare la panoramica del mercato, lo studio propone una stima del gap tra domanda e offerta per arrivare a una sezione finale composta dei suggerimenti di policy per ridurre gli squilibri di mercato e rispondere alle principali domande in tema di formazione.
Nel 2022 circa 219mila annunci pubblicati online per reclutare professionisti ICT, ma università, ITS e scuole superiori inseriscono nel mercato del lavoro solo 44.000 professionisti all’anno, questi i dati sconvolgenti emersi dall’Osservatorio “ICT: Nuovi Talenti Cercasi”.
Infatti, in Italia gli annunci di lavoro pubblicati sul web per reclutare professionisti ICT sono aumentati dalle 25mila unità di inizio 2019 alle 54mila di febbraio 2023 (+116%). Al centro delle richieste delle imprese sviluppatori software ed esperti dell’ingegneria delle reti e dei sistemi. Ma università, ITS Academy e scuole superiori non riescono a rispondere tempestivamente: nel 2022, per circa 219.000 annunci pubblicati online, solo 44.000 neolaureati o diplomati ICT erano entrati nel mercato del lavoro. In particolare:
- nelle università si assiste a una crescita dei corsi ICT ancora contenuta (questi corsi rappresentano il 7% dell’offerta formativa) e a forti squilibri di genere: ad oggi, su 100 laureati in sicurezza informatica, solo 6 sono donne.
- Nelle ITS Academy è apprezzabile lo sforzo per aumentare l’offerta formativa in ambito ICT, ma ad oggi gli ITS attivi su questa materia sono ancora solo 19 in tutta Italia, e il numero di diplomati molto contenuto.
- Nelle scuole superiori aumenta la quota di indirizzi ICT, ma il numero di diplomandi pronti a entrare nel mercato del lavoro è sostanzialmente invariato rispetto a 8 anni fa.
Occorre quindi agire su tre fronti: riformare il sistema universitario e scolastico, garantendo una formazione ICT accessibile e inclusiva; “digitalizzare” il mercato del lavoro, sia attraverso il rinnovamento degli schemi di apprendistato e dei dottorati industriali, sia promuovendo l’up-skilling e il re-skilling della forza lavoro attuale e sviluppare un “ecosistema digitale”, promuovendo l’imprenditorialità ICT e la creazione di network collaborativi di filiera.