Nasce a Noceto, in provincia di Parma, il museo della Vasca votiva, un reperto ligneo ritrovato nel 2005 che per caratteristiche e grado di conservazione rappresenta un ‘unicum’ a livello europeo, tale da innovare profondamente le conoscenze scientifiche sull’età del bronzo.
La grande vasca, contenente numerosi manufatti in legno e ceramica, databili al XV secolo a.C., è stata posta, al termine di un accurato restauro a cura del ministero della Cultura e dell’Università di Milano, al centro di una struttura museale che racconta con ricostruzioni, video e dispositivi interattivi la cultura delle terramare che caratterizzava circa 3500 anni fa la quasi totalità della pianura padana.
Gli assessori regionali Andrea Corsini (Turismo) e Mauro Felicori (Cultura) affermano: “Con l’apertura al pubblico del museo dopo un cammino durato 15 anni tra scavi, restauro e ricostruzione si rende accessibile a cittadini e studiosi un reperto unico fra le strutture lignee dell’età del Bronzo. Un’opera che abbiamo sostenuto con convinzione e che si inserisce a pieno titolo nel contesto delle eccellenze culturali, monumentali ed enogastronomiche già offerte dal territorio”.
Gli assessori proseguono: “Il nuovo percorso museale, progettato per essere suggestivo e coinvolgente, può rappresentare inoltre un motivo di grande attrattività turistica e culturale non solo per il Comune di Noceto. Il valore del monumento insieme all’elevato potenziale scientifico e divulgativo del progetto, sono infatti elementi qualificanti per l’intera rete museale dell’Emilia-Romagna”.
Complessivamente il progetto di recupero e realizzazione del museo ammonta a 570 mila euro; la Regione ha contribuito con un finanziamento di 285 mila euro e oltre al Comune di Noceto, il progetto ha interessato, in termini di finanziamento e di collaborazione scientifica, il ministero della Cultura, l’Università di Milano con il dipartimento “A. Desio” e la Fondazione Cariparma.
La Vasca di Noceto è una grande struttura lignea rettangolare, lunga 12 metri, larga 7 e profonda almeno 3 metri, realizzata in una cavità scavata nel terreno. Le pareti erano rivestite di assi parzialmente sovrapposte le une alle altre. Secondo gli studiosi, l’interpretazione più convincente è che fosse un bacino d’acqua artificiale in cui oggetti d’uso quotidiano quali vasi, manufatti in legno, in fibra vegetale e in terracotta, resti di animali, rami, frutti, ciottoli venivano deposti come offerte rituali.
Il suo uso si è protratto per circa un secolo, finché i diversi manufatti e il terreno scivolato dai bordi esterni l’hanno riempita e prosciugata. Tra i reperti più significativi sono stati trovati cinque aratri, alcuni cesti di grandi dimensioni, diverse figurine di animali in terracotta, decine di vasi.
Nel museo, oltre alla Vasca votiva sono esposti molti oggetti caratteristici della cultura terramaricola la cui storia viene raccontata con testi, immagini, ricostruzioni, video e dispositivi interattivi che offrono al visitatore un’esperienza multisensoriale e multimediale.
La vasca lignea, scoperta nel 2005 in occasione di lavori edili, era stata costruita ai margini della terramara di Noceto. Il nome deriva da terra marna, termine usato nel 1800 per indicare il terriccio fertilizzante che si ricavava dai depositi archeologici dell’età del Bronzo e che oggi si riferisce ai villaggi distribuiti nella pianura padana centrale tra il 1650 e il 1150 circa a.C.
Il percorso museale inizia con l’osservazione dei reperti rinvenuti – una ventina di oggetti miniaturisti, circa 150 vasi interi o ricomponibili, vari reperti faunistici e oltre 500 manufatti di legno – e si conclude con la veduta dall’alto della grande vasca lignea.