Il titanio è indispensabile per i motori degli aerei, in cui è presente in percentuali che variano tra 14 e 15%, ed è per la maggior parte fornito dalla Russia che negli ultimi anni ha investito miliardi di dollari nella Titanium Valley, nella regione dei Monti Urali, per creare infrastrutture di estrazione e lavorazione del metallo, diventando il terzo produttore di titanio lavorato con una quota compresa tra il 13 e il 13,5% circa, seguita da Cina, Giappone e Ucraina con una quota dal 2 al 2,6%.
L’escalation delle tensioni tra la Russia e l’Occidente potrebbe avere un impatto sui contratti che legano il produttore russo alle aziende per il titanio (rinnovati a novembre 2021 in occasione dell’Airshow di Dubai).
Alla luce di questa situazione le società aereospaziali come Boeing o Airbus hanno dato il via a una vera e propria corsa al titanio russo e si stanno affrettando a sostenere le catene di approvvigionamento.
Il titanio non interessa soltanto l’industria aeronautica: si tratta di un metallo fondamentale anche per la produzione di attrezzature per la difesa di vari Paesi, inclusi gli Stati Uniti. Per questo gli appaltatori della difesa si stanno interessando agli sviluppi della situazione, perché eventuali sanzioni contro la Russia penalizzerebbero anche questo settore.