Il laureando ha discusso la sua tesi “Tra presente e futuro: l’impatto del Metaverso sulla società. Analisi e applicazioni del caso studio Tembo su Minecraf” sia in presenza in università sia virtualmente sulla piattaforma Spatial.io, che ha creato a forma di arena e dove ha mostrato il lavoro di un anno, partendo dalla storia dei primi universi virtuali fino a un’analisi delle più recenti soluzioni del mondo digitale e le loro possibili applicazioni. Il suo avatar eseguiva gli stessi suoi gesti e pronunciava le medesime parole che la commissione d’esame ha potuto udire in aula.
“Sono emozionato e sento sulle spalle una grossa responsabilità perché vedere quanto apprezzamento c’è intorno all’idea dà valore al mio lavoro”, ha raccontato il ragazzo che ha preparato la tesi in un anno di lavoro. “Da videogiocatore avevo già sentito parlare del Metaverso, anche perché ero impegnato inconsapevolmente in giochi precursori, come Minecraft”.
Per il 25enne toscano “Metaverso è una sorta di teletrasporto”. Ma non ci sono solo pregi. “Il difetto più grande da evidenziare è quello che non bisogna distaccarsi troppo dalla realtà – afferma – Bella la tecnologia, bella l’innovazione, però viviamo sempre su questo mondo. Nei romanzi e nei film di fantascienza, oppure nell’immaginario comune vediamo il Metaverso come quella cosa che ci farà sedere tutto il giorno sulla poltrona con un tubo attaccato dietro la testa, nutrendoci così. Ecco – continua – il Metaverso non deve nemmeno sfiorare quell’idea. Dev’essere qualcosa in più per incrementare e semplificare la realtà”.
“Festeggerò anche su Metaverso. Ho scelto questo percorso di studi per la mia passione per la tecnologia e l’innovazione e ho deciso di discutere la tesi non solo dal vivo ma anche attraverso il mio avatar, anche perché le persone a me care, che non sono potute venire a causa delle restrizioni, mi hanno visto online, tra loro i miei amici e i miei parenti in Toscana e la mia ragazza che studia in Giappone” – ha dichiarato il neolaureato.