Inevitabilmente, è possibile affermare che disinformazione e AI vadano di pari passo: i chatbot hanno aperto la strada alla generazione automatica di contenuti finalizzati a sostenere strategie di disinformazione sempre più evolute. Il culmine di questo processo è stato raggiunto nel maggio del 2022, quando è stato trasmesso un filmato falso che raffigurava il presidente ucraino Zelensky intento a chiedere ai suoi soldati di arrendersi. A questa prima versione ne è seguita una seconda ancora più accurata: un avvenimento che è sintomo di una manipolazione informativa che passa attraverso i meccanismi dell’AI.
Ma quanto è semplice la creazione di contenuti falsi? Ad oggi queste dinamiche sono all’ordine del giorno: la distorsione di un qualsiasi contenuto avviene con estrema facilità e rapidità. Inoltre, questo non riguarda unicamente i singoli contenuti, poiché anche interi siti web finiscono nel mirino. L’esempio massimo di questa dinamica è sicuramente Storm-1516, una delle strategie di condizionamento più complesse riconducibili al Cremlino. Infatti, in questo caso i principali strumenti utilizzati erano siti web e contenuti generati dall’AI.
Il vero problema è che questo fenomeno è sempre più diffuso e comune. Si arriva dunque a un punto di non ritorno: un vero e proprio circolo vizioso che non è più circoscritto ai contenuti online ma riguarda anche la credibilità delle tecnologie sempre più utilizzate per accedere alle notizie. Dunque, i chatbot diventano i bersagli di chi amplifica la diffusione di notizie false online.
Quale sembra essere il destino di questi processi di distorsione? Quello che trapela da un bilancio dell’ultimo anno è che i modelli di Intelligenza Artificiale commettono il doppio degli errori rispetto ai 12 mesi precedenti nel distinguere i fatti dalle falsità. Da un lato, l’AI rappresenta un vantaggio tecnologico in diversi settori, dall’altro può essere un pericolosissimo acceleratore di falsità informativa.
L.V.
Diritto dell’informazione
“Diritto dell’informazione: la bussola per orientarsi tra notizie e giurisprudenza.”
Continua a seguirci!