A livello europeo, le Linee Guida Etiche per una AI affidabile, pubblicate dall’High-Level Expert Group on AI ancora nel 2019, hanno già sottolineato tra i requisiti fondamentali la trasparenza e l’accountability.
In Italia, l’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID) ha elaborato una bozza di Linee Guida per l’adozione, l’acquisto e lo sviluppo di sistemi di Intelligenza Artificiale nella Pubblica Amministrazione, sottoposta a consultazione pubblica nel 2025. L’obiettivo di queste linee guida è offrire alle amministrazioni un quadro operativo e normativo per introdurre l’AI in modo etico, trasparente ed efficace. Parallelamente, il Governo italiano ha destinato ingenti investimenti attraverso il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e la Strategia Nazionale per l’Intelligenza Artificiale 2024–2026, focalizzandosi in particolare sui progetti di “AI for Public Good”. Tra le risorse stanziate, 450 milioni di euro sono rivolti a iniziative nell’ambito della PA, che spaziano dall’automazione dei processi amministrativi interni all’introduzione di chatbot multilingua per facilitare l’accesso ai servizi pubblici, fino all’utilizzo di reti neurali per l’analisi predittiva delle frodi.
I motivi per cui le PA adottano l’AI sono molteplici: da un lato troviamo la volontà di migliorare l’efficienza e ridurre i costi, dall’altro l’AI permette di offrire nuovi servizi prima impensabili, nonché una personalizzazione e una maggiore accessibilità ad essi.
L’utilizzo di algoritmi nelle decisioni pubbliche richiede particolare attenzione affinché tali sistemi operino nel rispetto dei principi democratici e dei diritti dei cittadini. In questo contesto, il concetto di trasparenza algoritmica, strettamente legato alla responsabilità delle amministrazioni che li adottano, assume un ruolo centrale.
Perseguire la trasparenza non significa rivelare pubblicamente codici o algoritmi nei minimi dettagli, ma si tratta piuttosto di adottare misure quali una documentazione chiara per ogni sistema di AI utilizzato, una comunicazione efficiente verso gli utenti che interagiscono con un algoritmo o una decisione automatizzata, e la predisposizione di canali di ricorso o intervento umano se l’utente ritiene sbagliato l’esito automatizzato.
In conclusione, l’introduzione di algoritmi trasparenti nella Pubblica Amministrazione rappresenta un passaggio cruciale per l’integrazione di tecnologia e democrazia, e le esperienze già avviate mostrano il potenziale dell’AI nel rendere la macchina amministrativa più efficiente, reattiva e orientata ai bisogni dei cittadini.
S.B.