La Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo compie il suo 75esimo compleanno, firmata nel 1950 dal Consiglio d’Europa con lo scopo di garantire la tutela dei diritti fondamentali e delle libertà individuali nei Paesi Membri. Per assicurare il rispetto e l’applicazione della convenzione, viene istituito nel 1959 l’organo giurisdizionale della Corte europea dei diritti dell’uomo (Corte EDU). In origine la CEDU si componeva di 59 articoli, successivamente integrati da oltre 15 protocolli aggiuntivi. Ma quali sono i diritti tutelati? Tra questi vengono garantiti Il diritto alla vita (art.2), divieto di tortura (art.3), diritto alla libertà e alla sicurezza (art.5), diritto alla privacy (art.8) e la libertà di espressione (art. 10).
Secondo quanto previsto dall’art.10, la Convenzione stabilisce che è diritto di ogni persona esprimere liberamente la propria opinione, di ricevere e comunicare senza costrizioni idee e informazioni, senza ingerenze da parte delle autorità pubbliche e senza alcun limite di frontiera. In questo articolo, però, non si vieta agli Stati di richiedere un sistema di autorizzazione per le imprese di radiodiffusione, cinematografiche o televisive.
Tuttavia questa forma di libertà può essere soggetta a condizioni, restrizioni e sanzioni nei casi previsti dalla legge, come ad esempio quando vi siano rischi per la sicurezza nazionale, l’integrità territoriale, la sicurezza pubblica, la difesa dell’ordine pubblico e la prevenzione di reati, la protezione della salute o la morale, la protezione della reputazione o dei diritti altrui, e per impedire la diffusione di informazioni private o per garantire l’imparzialità del potere giudiziario.
Nel caso di violazione dell’articolo 10 e delle altre tutele previste dalla convenzione, ci si può rivolgere alla Corte di Strasburgo, che agisce in modo sussidiario alla giustizia di ciascun Paese, dopo che sono state intraprese tutte le procedure possibili previste dai tribunali nazionali.
C.Z.
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