L’Intelligenza Artificiale cresce in modo esponenziale ogni giorno, ramificandosi tra case, uffici, strade e ospedali nelle sue molteplici forme. Una di queste è il noto ChatGPT, assistente virtuale che su richiesta può generare immagini, programmare plan editoriali, scrivere testi, dare consigli e opinioni.
Se da un lato questi strumenti vengono utilizzati in modo del tutto automatico nella propria routine quotidiana, che sia essa professionale o meno, dall’altro ci si meraviglia quando anche ruoli di elitè della società ne fanno ricorso.
La notizia riportata dal noto giornale britannico Pimplico Journal, analizza i testi parlamentari del 2022 e fa emergere come molte di queste trascrizioni usano un linguaggio tipico dell’Intelligenza Artificiale. Un esempio è la frase ‘I rise to speak’, descritta come ottocentesca ma riproposta diverse volte dalla piattaforma AI.
Il velo scoperto sulle scelte linguistiche del parlamento inglese ha lecitamente sollevato un dibattito nel Regno Unito, con il resto del mondo ad osservare.
L’oggetto di discussione verte sulla messa in discussione delle reali capacità e competenze degli attuali parlamentari e professionisti posti al governo e sulle ideologie che portano avanti. La domanda che accomuna l’opinione pubblica è circa i valori proposti e tanto predicati negli ultimi anni: sono obiettivi e desideri sentiti o suggerimenti dati da un eco virtuale?
Il punto di incontro in questa controversia sta nel delineare con precisione e trasparenza i limiti del ricorso all’Intelligenza Artificiale e i benefici che ne apporta, mantenendo saldo il valore etico dell’autonomia umana.
J.S.
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