Almaviva è un’azienda italiana che opera nella tecnologia dell’informazione e nei servizi di esternalizzazione a livello globale. Aziende come questa lavorano sulla base di commesse assegnate loro con gare d’appalto: qui scatta il meccanismo del massimo ribasso. Trattandosi di servizi, in questo caso un servizio clienti, l’unica leva su cui poter competere è il costo del lavoro. Le gare si ripetono a scadenza annuale e spesso i committenti puntano su due o tre aziende che faranno a gara per mantenere i prezzi più bassi. Così le aziende delocalizzano in paesi dove la manodopera è a basso costo come l’Albania, la Romania o il nord Africa.
Nei primi anni Novanta le aziende che esternalizzavano erano pochissime. Poi, con le liberalizzazioni, le grandi aziende affidavano a terzi il lavoro che prima veniva svolto in house. Infine si è passati alla delocalizzazione: oggi le aziende creano delle sedi all’estero dove trasferire il lavoro, assumendo dei nuovi operatori.
Per quanto riguarda la regolamentazione del lavoro localizzato in Paesi extra Ue, esso è stato introdotto l’articolo 1, comma 243, della Legge n. 232 del 2016, che ha modificato il testo dell’articolo 24-bis contenuto nel Decreto legge n. 83/2012, introducendo l’obbligo di comunicazione per gli operatori economici che decidano di localizzare, anche mediante affidamento a terzi, l’attività di call center in un Paese non membro dell’Unione Europea. La comunicazione deve essere inviata al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, all’Ispettorato Nazionale del Lavoro, al Ministero dello Sviluppo Economico e al Garante per la protezione dei dati personali, almeno trenta giorni prima del trasferimento.
Per assolvere agli obblighi di comunicazione verso il Ministero e l’Ispettorato è necessario indicare le informazioni relative ai lavoratori coinvolti dalla delocalizzazione, che sono le seguenti:
- Il numero complessivo dei lavoratori che, in conseguenza della diversa localizzazione delle attività di call center, abbiano subito una modifica della propria posizione lavorativa (ad esempio per trasferimento, riduzione d’orario o di mansione, licenziamento);
- L’unità o le unità produttivein cui i medesimi lavoratori sono occupati, nonché le eventuali modifiche della posizione lavorativa conseguente alla diversa localizzazione.
La sanzione amministrativa pecuniaria, prevista in caso di omessa o tardiva comunicazione, è pari a 150.000 euro per ciascuna comunicazione omessa o tardiva.
Si è parlato di questo tema in seguito all’annuncio di Ita, la nuova Alitalia, che intendeva delocalizzare il servizio di assistenza clienti in Romania, provocando il licenziamento di 621 lavoratori di Palermo e Rende. In seguito a diverse proteste di lavoratori e sindacati, Covisian, che ha vinto l’appalto per la gestione dell’assistenza ai clienti di Ita, ha annunciato che il servizio rimarrà a Palermo e che l’azienda è disponibile a farsi carico dei lavoratori attualmente impegnati per conto di Almaviva nella commessa Alitalia.
Il segretario generale Cisl Palermo Trapani, Leonardo La Piana ha commentato a tal proposito: “La vertenza di Almaviva ha mostrato ancora una volta il nervo scoperto del settore dei call center che necessita di riforme e regole che mettano al centro la tutela dei lavoratori e non di certo come avviene oggi il profitto delle aziende legato al massimo ribasso nelle gare. Il Paese deve puntare su questo settore e sulle sue professionalità, il progetto di far diventare ‘polo industriale’ le telecomunicazioni, va legato all’innovazione tecnologica alle risorse che giungeranno con il Pnrr, che se non riescono a svolgere il ruolo per le quali sono state stanziate, non saranno altro che un’altra occasione per far rinascere i nostri territori”.