Il DNA (Digital Networks Act) non è solo una riforma normativa: è un progetto tecnico ambizioso, con l’obiettivo di costruire un’infrastruttura digitale interoperabile e pan-europea. La strategia della Commissione si fonda sull’integrazione tra reti terrestri, sottomarine, satellitari e sistemi cloud, per rendere l’Europa indipendente nei nodi strategici della connettività.
Sul piano infrastrutturale, il DNA prevede la liberalizzazione dell’accesso alla fibra, semplificando le condizioni economiche e regolamentari. L’obiettivo è quello di incentivare la costruzione di nuove reti e portare a termine lo switch-off del rame, ancora in uso in diversi Stati membri, con un impatto diretto su prestazione e costi operativi.
Per quanto riguarda i cavi sottomarini, veri e propri snodi critici dell’Internet globale, oggi le operazioni di riparazione sono spesso rallentate da autorizzazioni frammentate e lente. Il DNA propone l’adozione di un sistema di autorizzazione unico e rapido per garantire continuità di servizio in caso di guasti.
Grande attenzione viene riservata anche alla gestione dello spettro radio: saranno introdotte licenze più durature, maggiore flessibilità nell’uso condiviso delle frequenze e criteri armonizzati a livello europeo, con l’obiettivo di abilitare più rapidamente il 5G e le future reti cloud-edge.
Il regolamento guarda anche in alto. La connettività satellitare diventa una leva strategica per estendere la copertura in aree rurali e garantire ridondanza. Il Digital Networks Act prevede collaborazioni tra operatori mobili, fornitori satellitari e produttori di dispositivi, promuovendo un’integrazione strutturale tra le tecnologie.
Infine, si punta a rafforzare l’offerta europea di cloud, per contrastare la dipendenza da fornitori extraeuropei e per sostenere servizi critici come sanità, industria 4.0, difesa e amministrazione pubblica.
Non basta più connettere l’Europa: oggi serve costruire ciò che la tiene in piede. Il Digital Networks Act non è solo un piano tecnico, è un atto di ingegneria geopolitica. Perché senza infrastrutture proprie, l’Europa resta un nodo nella rete di altri.
A.C.