La Commissione europea ha inserito nel IV pacchetto “Omnibus” una proposta di revisione del GDPR, con l’obiettivo di rendere il mercato unico più competitivo e ridurre gli oneri burocratici per le piccole e medie imprese. Una spinta alla semplificazione che, però, rischia di indebolire le tutele alla base del sistema europeo di protezione dei dati personali.
Il punto più discusso è la modifica dell’articolo 30, che amplia l’esenzione dalla tenuta del registro dei trattamenti, che documenta in modo dettagliato come vengono gestiti i dati personali: le imprese con meno di 750 dipendenti non sarebbero più tenute a compilarlo, a meno che non effettuino trattamenti ad alto rischio per i diritti e le libertà degli interessati.
Una misura pensata per ridurre i costi di compliance, ma che, paradossalmente, potrebbe danneggiare proprio le realtà più piccole. Il registro, infatti, non è un adempimento meramente formale: è uno strumento essenziale per mappare i flussi di dati, individuare rischi e stabilire misure di sicurezza adeguate.
Il pacchetto prevede anche modifiche agli articoli 40 e 42, per incoraggiare codici di condotta e meccanismi di certificazione adattati alle esigenze delle PMI e delle cosiddette “small-mid caps” (imprese ancora più piccole). Una scelta coerente con la strategia industriale europea, ma che, senza un adeguato bilanciamento, rischia di trasformare la semplificazione in un indebolimento dei principi di accountability e trasparenza.
Non a caso, sia l’EDPB (Comitato europeo per la protezione dei dati) sia il Garante europeo hanno invitato la Commissione a un’analisi più approfondita degli impatti, chiedendo un equilibrio proporzionato tra riduzione degli oneri e salvaguardia dei diritti fondamentali.
La revisione del GDPR, a sette anni dalla sua applicazione, è necessaria per adattarsi a un contesto tecnologico in continua evoluzione. Ma dietro l’obiettivo di rendere l’Europa più competitiva, il rischio è che una tutela conquistata a fatica diventi più fragile, proprio nel momento in cui i dati sono il vero motore dell’economia digitale.
A.C.
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