L’Unione Europea deve fronteggiare una serie di problemi riguardo l’accessibilità di beni e servizi online al suo interno.
L’obiettivo di creare un “mercato unico digitale”, sancito nel 2015, è ancora lontano.
L’attenzione della Corte dei conti si è focalizzata sulla presenza di quello che viene definito geo-blocking, ovvero la presenza di ostacoli ingiustificati all’acquisto di beni e servizi online tra i diversi paesi dell’Unione europea.
Nella relazione presentata la Corte ha scritto: “Un blocco geografico si verifica quando i professionisti operanti in uno Stato membro bloccano o limitano l’accesso alle loro interfacce online”.
La Corte non ha risparmiato critiche nei confronti dell’applicazione del regolamento stipulato dagli stati europei nel 2018. Vengono attaccate le differenze di trattamento per la violazione delle regole e la definizione del regolamento stesso.
Il mercato unico digitale risulta essere un progetto “fantasma”. Pochi cittadini (e aziende) conoscono i loro diritti e l’applicazione fa acqua da tutte le parti.
G.R.
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