Fondata nel 2019 e basata a Toronto, Cohere crea applicazioni di Machine Learning per le aziende, inclusi strumenti per chatbot, e altre funzionalità in grado di comprendere il parlato e il testo umani. Già lo scorso novembre, la società aveva stretto una partnership con Alphabet, per fare in modo che la sua divisione cloud le fornisse la potenza di calcolo necessaria ad istruire i suoi modelli software.
A febbraio, Cohere aveva raccolto 125 milioni di dollari per un round di finanziamento guidato da Tiger Global Management, portando la raccolta totale di investimenti a oltre 170 milioni di dollari.
Fin quando ha assunto il ruolo di primo piano in Google nel 2015, il ceo Sundar Pichai ha sottolineato l’importanza dell’Intelligenza Artificiale per l’azienda, che già nel 2014 aveva acquisito DeepMind. Uno degli obiettivi della startup canadese è insegnare all’intelligenza artificiale come controllare i computer semplicemente osservando i comandi della tastiera e del mouse. Google ha una divisione che si occupa specificatamente di questo settore e può vantarsi di essere uno dei team di ricerca più autorevoli per lo sviluppo di modelli linguistici. Aidan Gomez, il ceo di Cohere, ci ha lavoro come studente-ricercatore.
Non solo Google ma anche altri giganti della tecnologia stanno cercando di scommettere sull’Intelligenza Artificiale, e in particolar modo su chatbot e assistenti vocali in grado di rendere possibile e intuitiva l’interfaccia uomo-computer. Microsoft ad esempio, è in trattative avanzate per un nuovo round di finanziamento in OpenAI.
Lo sviluppo di tecnologie di Intelligenza Artificiale è tuttavia costoso, ed a pesare è soprattutto il valore delle competenze, tanto rare quanto preziose. Nel 2018, il New York Times aveva scovato la dichiarazione dei redditi di uno dei talenti dell’AI, rivelando che OpenAI ha pagato nel 2016 il suo ricercatore di punta, Ilya Sutskever più di 1,9 milioni di dollari.