Il fattore primario che emerge è che entro un anno un qualsiasi modello di AI sarà dotato di risorse di calcolo mille volte più potenti di quelle proprie di ChatGPT. Si può parlare di una vera e propria progressione attesa di AI, suddivisibile in aree tematiche, che verrà raggiunta nei prossimi anni. Dunque, è possibile affermare che l’Intelligenza Artificiale generativa (GenAI) trasformerà radicalmente la natura della creazione dei contenuti.
Ma qual è la svolta più spaventosa in questa trasformazione ormai inarrestabile? Sempre di più, si affronta il tema della scomparsa dell’autore. Innanzitutto, con il termine “auctor”, dal latino autore ma anche autorevolezza, si intende colui che promuove e garantisce la buona riuscita di un testo o di un prodotto culturale. Tuttavia, con l’AI vi è un cambiamento drastico in questa direzione: il compito di colui che detiene il sapere e lo veicola è messo a dura prova. Un esempio concreto può essere la potenziale trasformazione del ruolo dei professori alla luce del semplice accesso all’AI da parte degli studenti.
Più precisamente, i modelli di AI sono accusati di ledere il diritto d’autore. La soluzione potrebbe essere quella di creare dei dati sintetici, sostituendo i dati reali. Questo porterebbe a ridimensionare le problematiche relative alla violazione della proprietà intellettuale. Ma a quale prezzo? L’uso del dato sintetico segna ancor di più il solco del processo di svuotamento dell’autorialità.
Dunque, intelligenza umana e saggezza non sembrano più essere un binomio perfetto: davanti al superamento della prima, si teme che anche la seconda possa iniziare ad essere intaccata. Oggi come non mai, occorre ripensare all’educazione, a strumenti e a forme di apprendimento che ben rispondano alle urgenze contemporanee.
L.V.
Diritto dell’informazione
“Diritto dell’informazione: la bussola per orientarsi tra notizie e giurisprudenza.”
Continua a seguirci!