Dopo i recenti casi di suicidio e le interazioni a sfondo sessuale con i minori registrate da alcuni chatbot, la California ha ottenuto il primato per quanto riguarda la regolamentazione dei chatbot AI. Questo provvedimento attende ancora il passaggio finale in Senato, ma rappresenta senza ombra di dubbio un importante insieme di regole per i chatbot che simulano interazioni umane.
L’entrata in vigore di questa legge è prevista per il 1° gennaio 2026 e rappresenterà un’importante svolta normativa: per la prima volta verranno introdotti obblighi legali e responsabilità dirette per le aziende tecnologiche che sviluppano o gestiscono tali strumenti.
La legge stabilisce l’esplicito divieto per i chatbot di affrontare, con gli utenti minorenni o vulnerabili, conversazioni su temi quali il suicidio, l’autolesionismo e la sessualità. Introduce inoltre l’obbligo di inviare ogni tre ore dei promemoria circa il fatto che l’utente si trovi in presenza di un sistema artificiale e non umano. Dal lato aziendale invece, a partire dal 2027 la legge richiederà dei report annuali riguardo il funzionamento e la trasparenza dei chatbot.
La legge SB 243 si colloca all’interno di un più ampio contesto normativo in evoluzione, sia negli Stati Uniti che a livello internazionale, segnando un passo importante verso una maggiore sicurezza e consapevolezza. La California ha adottato un approccio mirato e reattivo, mentre l’Europa, con il suo AI Act, ha intrapreso una strada più sistemica e generale, che potrebbe trarre beneficio da interventi più specifici, ispirati al modello californiano.
Per quanto l’esempio californiano dimostri che la regolamentazione può intervenire in maniera tempestiva per far fronte ai rischi più concreti causati dall’AI, la legge SB 243 da sola non è sufficiente. La necessità di una normativa a livello globale risulta oggi più che mai evidente, ed è proprio in questo scenario che l’innovazione dovrà riuscire a convivere con la tutela e il rispetto di coloro che l’hanno resa possibile.
S.B.
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