L’Italia si candida ad essere uno dei primi Paesi al mondo ad adottare l’Intelligenza Artificiale generativa per la documentazione delle attività parlamentari. Questo rappresenta, in sintesi, quanto emerso durante la conferenza stampa del Comitato di vigilanza sull’attività di documentazione, svoltasi martedì 13 febbraio a Montecitorio.
Nello studio delle possibilità offerte dall’Intelligenza Artificiale a supporto dell’attività legislativa il Parlamento italiano può essere considerato un pioniere a livello mondiale. Non una semplice considerazione ma un’indicazione chiara quella emersa ieri nel corso della conferenza stampa a Montecitorio.
È importante ricordare che l’Intelligenza Artificiale ha già fatto la sua comparsa nell’attività di “resocontazione” della Camera, anche attraverso sistemi di riconoscimento vocale, nella traduzione e nella gestione degli emendamenti.
L’obiettivo adesso è avviare una sperimentazione per estendere l’uso dell’AI con l’obiettivo di ottimizzare in modo più efficiente il suo lavoro.
Come sostiene la vicepresidente della Camera Anna Ascani, alla guida del Comitato di vigilanza sull’attività di documentazione, “l’Italia si trova in una posizione avanzatissima rispetto agli altri Parlamenti del mondo e d’Europa per quanto riguarda lo studio delle conseguenze legate all’applicazione dell’Intelligenza Artificiale e l’utilizzo nell’ambito dell’attività parlamentare”.
L’applicazione dell’AI al lavoro di documentazione delle attività svolte alla Camera dei deputati non mira in alcun modo a sostituire ruoli specifici o rimpiazzare il contributo umano, che resta centrale. Piuttosto, come spiegato, si propone di semplificare le mansioni svolte abitualmente dai professionisti del settore, incrementandone la produttività e l’efficacia.
L’Intelligenza Artificiale dovrebbe essere considerata come un ausilio per le strutture della Camera e per i parlamentari stessi, ad esempio facilitando la comprensione dei testi complessi e accelerando il processo di classificazione di dossier ed emendamenti.
Nel Report presentato ieri alla Camera il Comitato delinea in modo chiaro e dettagliato i principi fondamentali che i dispositivi di Intelligenza Artificiale destinati all’uso nel contesto parlamentare devono rispettare per essere considerati idonei.
In primo luogo, si sottolinea l’importanza della trasparenza, intesa come la capacità di fornire una spiegazione comprensibile al pubblico riguardo al funzionamento delle tecnologie coinvolte. Un altro aspetto cruciale è la sicurezza, che si traduce nella necessità di adottare misure per prevenire qualsiasi compromissione della sicurezza dei dati, assicurando che le informazioni sensibili rimangano protette da accessi non autorizzati o da eventuali minacce informatiche.
Nell’ultimo anno il Comitato ha organizzato numerose audizioni, durante le quali sono stati ascoltati i responsabili di importanti aziende che si occupano dello sviluppo dell’AI.
In ogni caso, come affermato da Anna Ascani, vicepresidente della Camera, oltre che presidente del Comitato di documentazione, “è necessario fissare alcuni imprescindibili paletti. Sarà anzitutto necessario garantire che l’implementazione dell’Intelligenza Artificiale avvenga nel rispetto delle norme in vigore, delle prerogative del Parlamento e dei diritti e delle libertà delle persone”.
C.L.