È ormai diventato piuttosto difficile distinguere un qualsiasi tipo di lavoro realizzato da un essere umano da un altro, in apparenza molto simile, frutto invece dell’intelligenza artificiale. Una dinamica simile potrebbe portare a qualche problema di troppo, soprattutto a scuola.
Per evitare che gli studenti ricorrano in maniera eccessiva a software innovativi al fine di svolgere i propri compiti a casa, c’è chi ha voluto metterli alla prova proprio con le stesse tecnologie che in molti utilizzano quotidianamente. Una sorta di sfida tra macchina e uomo, per capire, effettivamente, chi può essere in vantaggio al giorno d’oggi.
Quest’iniziativa ha preso vita in Gran Bretagna, in un’università di Norwich, e ha visto coinvolti un centinaio di studenti. Lo scopo dell’esperimento è capire se si può dedurre se un testo è stato scritto da uno dei ragazzi presi in esame oppure da ChatGPT. Sappiamo infatti quanto ormai il modello di OpenAI sia avanzato e possa dunque creare degli elaborati in tutto e per tutto simili a quelli di uno studente qualsiasi.
Sul piano lessicale, l’IA, come ampiamente prevedibile, si comporta molto bene. Le parole da lei usate sono spesso appartenenti ad un registro alto, ricercato, nonché inserite perfettamente nel contesto di riferimento. Da questo punto di vista, perciò, non è sbagliato affermare che le nuove tecnologie abbiano già superato la mano umana.
Ciò su cui è però giusto soffermarsi è la capacità dei testi elaborati dall’IA di colpire profondamente i propri lettori. Un tema corretto non è sinonimo di un tema coinvolgente, che sa creare un vero e proprio contatto con chi lo sta leggendo, e in questo, per il momento, non esiste un software in grado di competere realmente con la creatività umana.
Se si arriverà anche a questo, solo i prossimi sviluppi ce lo diranno. Per il momento, tra studenti e IA, sono i primi a risultare ancora più efficaci quando si parla di emotività impressa nei testi e capacità di far suscitare forti sentimenti nei lettori. Chissà che, però, anche ChatGPT e tutti gli altri modelli di intelligenza artificiale non riescano a raggiungere simili vette, magari prima di quanto ci si aspetti.
S.C.
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