La Relazione annuale dell’Intelligence presentata al Parlamento ha evidenziato la relazione tra avanzamento delle tecnologie, quali Intelligenza Artificiale, cloud computing, big data e tecnologie quantistiche satellitari e di telefonia, ed evoluzione delle minacce per la sicurezza digitale e di conseguenza nazionale.
A causa dell’utilizzo scorretto di queste tecnologie, impiegate ad esempio nei cyber attacchi e nelle campagne di disinformazione, si sta profilando un nuovo panorama di sfide per la sicurezza.
Le possibilità offerte da queste tecnologie all’avanguardia, con la loro ampia portata e velocità di sviluppo, sono senza precedenti e sono principalmente guidate dal settore privato. Questo ha reso le tecnologie dual-use, ovvero utilizzabili sia per scopi civili che militari, più accessibili rispetto al passato ma anche difficili da prevedere nel loro impiego complessivo.
Nel report è stato messo in luce come il rapido tasso di innovazione superi la capacità di adeguamento degli Stati, che per stare al passo dovrebbero adottare nuove soluzioni di governance multilaterale, sulle quali è tuttavia difficile trovare un accordo. Questa situazione ha dato vita a una competizione globale per la supremazia tecnologica, con notevoli implicazioni per la sicurezza nazionale.
In ultima analisi, la digitalizzazione crea opportunità di crescita economica, ma rende anche il Paese più vulnerabile a una serie di rischi. Come evidenziato nella Relazione: “La vera sfida in questo processo è quella di mantenere l’uomo saldamente al controllo dei sistemi tecnologici, di padroneggiarli senza farsene condizionare o, peggio, travolgere, comprendendone le potenzialità e soppesando le vulnerabilità e criticità che derivano dalla loro adozione in forma estesa”.
Per far fronte a queste crescenti minacce e sfruttare le opportunità offerte dalle nuove tecnologie, l’Intelligence si impegna a promuovere l’innovazione interna e ad anticipare i rischi derivanti dallo sviluppo e dall’uso delle tecnologie digitali più avanzate.
M.T.