OpenAI, azienda centrata sullo sviluppo dell’intelligenza artificiale e creatrice di ChatGPT, genera ricavi pari a 4 miliardi di dollari all’anno. Tuttavia, tra gli obiettivi futuri c’è anche l’esplorazione di nuove fonti di reddito, tra cui la pubblicità, un modello già utilizzato con successo da colossi come Google e Meta.
Per intraprendere questa nuova possibile strada, OpenAI ha reclutato esperti provenienti da queste aziende, in grado di offrire la propria esperienza.
Si tratterebbe di un cambiamento significativo che sta suscitando dibattiti sia internamente che all’esterno dell’azienda. Per esempio, Elon Musk, uno dei fondatori di OpenAI, ha criticato questa possibile introduzione della pubblicità, ritenendo che vada contro l’obiettivo dichiarato nel 2015, anno del suo lancio, ovvero sviluppare un’intelligenza artificiale sicura e open-source.
I rischi legati a questa scelta riguardano principalmente la compromissione della qualità dell’esperienza dell’utente e la manipolazione dell’algoritmo, che potrebbe privilegiare contenuti sponsorizzati.
L’adozione della pubblicità rappresenta dunque una decisione cruciale per OpenAI: da un lato può offrire un grande sostegno finanziario ma dall’altro rischia di alterare la missione e l’identità dell’azienda.
B.P.
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