L’ampiezza del fenomeno impone un’azione di contrasto che passa attraverso la repressione dei fenomeni illegali, l’educazione degli utenti, la conferma del sostegno alla domanda legale di informazione e cultura attraverso strumenti come la 18App, il bonus per le biblioteche, iniziative nelle scuole come #ioleggoperché.
La stima delle dimensioni della pirateria nel mondo del libro nel 2021 (la rilevazione è di ottobre 2021 e riguarda i 12 mesi precedenti) è contenuta nella seconda ricerca sul tema commissionata dall’Associazione Italiana Editori (AIE) a Ipsos e presentata oggi a Roma durante un convegno organizzato da Gli Editori, l’accordo di consultazione e azione comune di AIE e della Federazione Italiana Editori Giornali (FIEG).
Rispetto all’indagine del 2019 sono stati raffinati gli strumenti di rilevazione del fenomeno e per questo motivo non tutti i dati sono comparabili.
Tuttavia, il fenomeno è in crescita: gli atti di pirateria stimati nel 2021 (copie in meno vendute di libri, download in meno di ebook e audiolibri) sono infatti 117,6 milioni contro i 112 milioni del 2019, in crescita del 5%. Significa 322mila atti di pirateria compiuti ogni giorno ai danni del mondo del libro.
La pirateria priva il mondo del libro di 771 milioni di euro di fatturato, pari al 31% del valore complessivo del mercato al netto di editoria scolastica ed export.
Per il sistema Paese, la perdita è di 1,88 miliardi e per il fisco 322 milioni ogni anno. Valori che si traducono in una mancata occupazione per 5.400 persone nella filiera editoriale, 13.100 posti con l’indotto.
Chi sono i pirati? Oltre un italiano su tre sopra i 15 anni (il 35%) ha compiuto almeno un atto di pirateria editoriale nell’ultimo anno di cui il 56% sono professionisti (avvocati, notai, commercialisti, ingegneri, architetti e altri) e l’81% sono studenti universitari (la sintesi è in allegato).
Nello specifico, il 23% ha scaricato gratuitamente almeno una volta un ebook o audiolibro da siti o fonti illegali su Internet, il 17% ha ricevuto da amici/familiari almeno un ebook, il 7% ha ricevuto da amici/conoscenti almeno un libro fotocopiato, il 6% ha ricevuto da amici un abbonamento o codici di accesso per usufruire di ebook e audiolibri, il 5% ha acquistato almeno un libro fotocopiato.
Il presidente dell’Associazione Italiana Editori Ricardo Franco Levi nel suo intervento ha evidenziato come sta crescendo il numero degli italiani convinti che la pirateria non è sanzionata: sono il 68% degli italiani e afferma che è necessario dimostrare che non è così e renderli consapevoli dei danni arrecati al mondo del libro.
Per questo Gli Editori chiedono al governo di intervenire: “Leggere, ascoltare o addirittura distribuire libri e audiolibri piratati significa contribuire a un fenomeno che toglie risorse economiche e posti di lavoro all’editoria, introiti fiscali allo Stato e che riduce le opportunità per i giovani creativi di poter vivere del loro lavoro grazie ai diritti d’autore. Le persone devono essere coscienti e consapevoli che possono essere chiamate a rispondere per gli atti illeciti che compiono: su questo serve l’impegno delle istituzioni” – ha spiegato il presidente di AIE Ricardo Franco Levi.
Nel condividere l’impegno dell’AIE alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica sulle conseguenze, anche penali, di comportamenti che violano il diritto d’autore online, il Presidente della FIEG, Andrea Riffeser Monti, ricorda – tra i risultati più significativi delle iniziative intraprese negli ultimi anni da Gli Editori – anche l’ampliamento degli strumenti contro i fenomeni di pirateria digitale perpetrati, in particolare, mediante le piattaforme social, telefoniche e di messaggistica istantanea.
È di pochi giorni fa la notizia della chiusura di 32 canali sociali e siti web illegali che diffondevano
testate quotidiane e periodiche ad oltre 500.000 utenti. Risultati importanti, sia per il loro impatto di significativa riduzione del fenomeno criminoso sia per la diffusione di una maggiore consapevolezza, nell’opinione pubblica, circa il carattere illecito di tali condotte.
È necessario continuare a garantire un costante presidio a tutela della libertà d’informazione e del prodotto editoriale, da estendere in tutte le direzioni possibili.