Tra le categorie di persone che godono di una privacy più stringente, ci sono anche tutti i pazienti e in generale coloro che non godono di uno stato di salute, fisica o mentale, particolarmente buono. È per questo motivo che, quando si ha a che fare con questi soggetti, è fondamentale non diffonderne i dati per scopi che non siano di straordinaria necessità.
Purtroppo, spesso questa norma non viene rispettata. Non capita raramente, infatti, di imbattersi in fotografie di pazienti pubblicate sui canali ufficiali di alcuni medici. Com’è noto, è consentito consultare le immagini di alcune procedure specifiche, comprendenti anche le persone in quel momento oggetto di tale pratica, per puri scopi scientifici e di sola consultazione.
Quando, però, queste foto vengono diffuse in rete e, fatto ancora più grave, ciò avviene senza il consenso del paziente in questione, ci ritroviamo di fronte ad un gravissimo caso di violazione di privacy. Questo non solo per il nostro ordinamento, ma anche secondo la deontologia di tutti i medici, che impone ai praticanti di non rendere identificabili i pazienti delle loro procedure.
Ci sono sicuramente alcune eccezioni, rappresentate ad esempio da casi in cui la consultazione di alcune immagini avviene per il solo scopo di condivisione del sapere. In ogni caso, è sempre bene maneggiare con estrema cautela un determinato materiale, per non rischiare di diffonderlo con un pubblico assai più ampio di quello dell’ordine dei medici.
Le sanzioni del Garante della Privacy non mancano e possono ammontare anche a decine di migliaia di euro a seconda dei casi. In base alla sensibilità dei dati condivisi, si può decidere di prendere un provvedimento più o meno importante nei confronti di chi ha commesso l’infrazione.
Diventa quindi imprescindibile la conoscenza del proprio codice e delle leggi promulgate su questo tema così delicato. Solo con un’istruzione appropriata a riguardo e con la giusta consapevolezza da parte di tutto l’ordine deontologico si potranno ridurre sempre di più episodi spiacevoli che finiscono solo per danneggiare i pazienti, violandone la privacy.
S.C.
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