Sempre più diffuso è il fenomeno delle truffe online, nelle quali è possibile incappare soprattutto le prime volte che si effettuano prenotazioni online delle proprie vacanze. Pertanto, risulta fondamentale comprendere quali siano i profili dei truffatori più comuni, al fine di non lasciarsi raggirare e non imbattersi in tentativi di truffa.
Tra i più diffusi, vi è il profilo del finto proprietario che si è appena trasferito all’estero e che non può mostrare la casa o accogliere il cliente di persona. La trattativa a distanza solitamente è il preludio di una richiesta di bonifico internazionale. In questo caso il malintenzionato è solito chiedere sin da subito i documenti, condividere non meno di 2-3 bozze di contratto, dichiarando la necessità di concludere l’affare entro 24 ore, per produrre poi una finta prenotazione e una finta fattura una volta ricevuta una caparra.
In alternativa, è possibile incorrere in un impostore che abbia creato realmente un annuncio su Airbnb, o su una piattaforma simile, chiedendo poi di continuare la conversazione per posta elettronica per comodità. Potrebbe, ad esempio, accadere che egli invii una mail informando che, per un problema con l’aggiornamento del calendario, non risulti al momento visibile nella ricerca online l’annuncio, il quale è stato in realtà rimosso. Nella mail, dunque, è inserito il link diretto a un sito clone, molto simile ad Airbnb, ma tuttavia fasullo.
Un’altra casistica diffusa è quella del malintenzionato che abbia creato da poco un annuncio su una piattaforma di prenotazione online e che sia dunque sprovvisto di recensioni. In tal occasione, potrebbe offrire uno sconto suggerendo di trattare privatamente, così da risparmiare entrambi la commissione del portale, per poi scomparire una volta incassata la caparra.
Non di rado può accadere, invece, che, dopo aver soltanto richiesto alcune informazioni al proprietario fittizio, quest’ultimo vi invii immediatamente una bozza di contratto compilato, domandando carta di identità e codice fiscale, preferibilmente in foto. Spacciandosi per professionista impegnato, cercherà di concludere l’affare entro 24 ore e lascerà intendere che questo è il tempo previsto dalle piattaforme digitali su cui si appoggia per concludere la transazione. Quello che appare come un modo serio e professionale è in realtà il preludio ad un furto di identità.
Quando si incappa in uno di questi profili di truffatori è opportuno effettuare immediatamente una segnalazione. Spesso, infatti, i truffatori chiedono il pagamento su conti legati a carte ricaricabili e, a seguito della transazione, la svuotano il più presto possibile. In questo modo, anche quando la Polizia Postale li individuerà, sarà molto difficile recuperare il denaro sottratto. Prima si interviene, dunque, maggiori saranno le possibilità di recuperare il denaro.