Un fenomeno preoccupante che si sta diffondendo nella vita online dei giovani è quello del sexting. Che cos’è il sexting? È una fusione tra le parole sex e texting (mandare i messaggi, ndr), ovvero inviare al partner messaggi che includono foto e corti video del proprio corpo poco coperto dai vestiti e di diversi dettagli intimi scritti all’interno della chat.
Secondo un’analisi condotta e pubblicata dall’Università IULM di Milano (con la collaborazione dell’Esercito Italiano e la Croce Rossa Italiana, ndr) si è riscontrato che su 500 giovani maschi tra i 16 e i 35 anni uno su tre ha a che fare con il sesso solo mediante una dimensione virtuale senza un rapporto fisico.
Il sexting non è solo in Italia ma anche a livello internazionale come negli USA dove gli adolescenti inviano tanti messaggi di questo genere e in Francia è stata inventata un’app Blyynd (creata da Cyrille Heimburger e Tanguy Fallard, ndr) improntata sul sexting che dovrebbe funzionare in condizioni di sicurezza.
Nel mondo dei social network ci sono stati applicativi che stavano rischiando di essere utilizzati come sexting; un esempio è stato Snapchat dove le stories rimangono per una certa durata di tempo così come anche le app di Instagram, di Whatsapp e di Facebook dove le stories rimangono visibili per 24 ore con la speranza che il contenuto pubblicato venga visualizzato dalla persona che ci interessa.
Per combattere questo fenomeno pericoloso in Italia la Polizia di Stato, in collaborazione con Unieuro, ha creato un progetto “#Cuori connessi” che ha come scopo quello di fare prevenzione sul cyberbullismo e dei pericoli relativi alla vita online.
M.P.