L’anno scorso l’Ufficio per le politiche scientifiche e tecnologiche (Ostp) del governo degli Stati Uniti ha annunciato che il paese aveva bisogno di una carta dei diritti nell’era degli algoritmi. I danni causati dall’intelligenza artificiale colpiscono soprattutto le comunità emarginate, quindi è necessario che il governo intervenga per proteggere le persone da Ai discriminatorie o inefficaci.
Il 4 ottobre l’Ostp ha pubblicato la bozza di una Carta dei diritti sull’intelligenza artificiale, dopo aver raccolto i contributi di aziende come Microsoft e Palantir, di startup che monitorano i sistemi di revisione Ai, di gruppi per i diritti umani e della cittadinanza.
I cinque principi di cui si compone il documento affermano che gli individui hanno il diritto di controllare come vengono utilizzati i loro dati, di scegliere di non essere oggetto di decisioni automatizzate, di non subire gli effetti di algoritmi inefficaci o non sicuri, di sapere quando l’Ai sta prendendo una decisione che li riguarda e di non essere discriminati.
Alondra Nelson, vice responsabile dell’Ostp per la scienza e la società, ha recentemente dichiarato: “Le tecnologie vanno e vengono, mentre la libertà, i diritti, le opportunità e l’accesso devono essere garantiti ed è compito del governo a contribuire a far sì che ciò avvenga. Questa è la Casa Bianca che dice che i lavoratori, gli studenti, i consumatori, le comunità, tutti in questo paese dovrebbero aspettarsi e pretendere di meglio dalle nostre tecnologie”.
Tuttavia, a differenza delle più nota Carta dei diritti degli Stati Uniti, che comprende i primi dieci emendamenti alla costituzione americana, questa versione dedicata all’Ai non avrà forza di legge: si tratta infatti di un documento non vincolante. Il progetto della Casa Bianca sui diritti per l’Ai è rivolto principalmente al governo federale, la carta infatti non ha alcuna influenza sulle grandi aziende tecnologiche.
Nell’ambito del progetto, l’Ostp ha ricevuto email da oltre centocinquanta persone e ha ascoltato circa centotrenta tra cittadini, aziende e organizzazioni che hanno risposto a una richiesta di informazioni all’inizio di quest’anno. Il progetto finale mira a proteggere le persone dalle discriminazioni sulle basi di etnia, religione, età o qualsiasi altro gruppo di individui protetti dalle legge. Il testo estende la definizione di sesso includendo “gravidanza, parto e condizioni mediche correlate”, una modifica apportata in risposta alle preoccupazioni dell’opinione pubblica americana sulla privacy dei dati relativi all’aborto.