Se già oggi la videoconferenza permette di valicare le barriere fisiche tra paesi facilitando gli “incontri” sulle vie del digitale, il metaverso andrà oltre dando la possibilità di collaborare in un ambiente tridimensionale.
Il trend è in ascesa e lo dimostra un recente rapporto di Regus, organizzazione che analizza i cambiamenti negli spazi di lavoro, che ha intervistato 2.258 impiegati e dirigenti aziendali per valutare le loro prospettive sul nuovo trend tecnologico. Due terzi crede che il metaverso diventerà una piattaforma di interazione lavorativa consolidata. La stessa fetta è convinta che nel giro di qualche anno la propria impresa sarà declinata, in qualche modo, sugli scenari 3D a cui accedere con visori e occhialini. Inoltre il 65% dei manager pensa che il metaverso sarà più rivoluzionario di qualsiasi altra tecnologia odierna. Per il 44% degli impiegati a trarne beneficio sarò anche la comunicazione per i colleghi, e per il 35% la formazione.
Secondo più della metà, il lavoro nel Metaverso avrà conseguenze positive anche sulla salute mentale visto che i dipendenti andrebbero incontro a minore stress e maggiori opportunità di svago.
Gli esperti di sicurezza, però, ammoniscono sui pericoli di un “darkverse”, un nuovo luogo di riferimento per lo svolgimento di attività criminali. Servirà formare persone specializzate, sia nello sviluppo di progetti che nella comprensione delle opportunità e dei rischi connessi. Ad esempio quelli che riguardano la sicurezza dei dati. Gli esperti di cybersecurity di Trend Micro parlano di ridefinizione del concetto di privacy, visto che il metaverso aprirà ad una raccolta di informazioni che crescerà con l’aumentare delle attività che verranno migrate online.
Per questo, il gruppo parla di Darkverse, il “lato oscuro” del metaverso, un nuovo luogo di riferimento per attività criminali. Questi ultimi potrebbero cercare di compromettere gli spazi gestiti dagli operatori di infrastrutture critiche con l’obiettivo di compiere sabotaggi o estorsioni di sistemi industriali. Oppure potrebbero provare “l’assalto agli avatar”, la nostra futura interfaccia in questo universo digitale, già segnalato in diverse occasioni.