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WHISTLEBLOWING, LA SITUAZIONE DELLE AZIENDE ITALIANE

Ancora troppo diffusa l’e-mail come strumento di denuncia, disattesa l’applicazione delle nuove norme per l’utilizzo di canali digitali ad hoc

by Redazione
15 Novembre 2023
in Imprese, Privacy
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WHISTLEBLOWING, LA SITUAZIONE DELLE AZIENDE ITALIANE
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Il fenomeno del whistleblowing avviene quando una persona, solitamente un dipendente di un’organizzazione pubblica o privata, rivela informazioni su un’attività svoltasi all’interno di tale organizzazione e ritenuta illegale, non sicura oppure fraudolenta.

A luglio 2023 sono entrate in vigore le nuove norme in materia di whistleblowing, rivolte ai soggetti del settore pubblico e privato che, nell’ultimo anno, hanno impiegato una media di lavoratori subordinati di almeno 250 unità.

Il D.Lgs. n. 24/2023 recepisce la direttiva Ue 2019/1937, che rafforza l’applicazione del diritto e delle politiche dell’Unione stabilendo norme minime comuni e garantendo di conseguenza un elevato livello di protezione delle persone che segnalano le violazioni. La legge italiana amplia le tutele in caso di segnalazioni di illeciti, estendendo l’ambito applicativo soggettivo e le procedure per preservare i soggetti segnalanti da possibili ritorsioni.

Le aziende destinatarie delle norme devono quindi predisporre dei canali interni di veicolazione delle informazioni, così da garantire elevati livelli di sicurezza e di tutela dell’identità dei segnalanti. In questo giocano un ruolo fondamentale le piattaforme informatiche, unici strumenti capaci di far rispettare gli standard di sicurezza.

Il whistleblowing, infatti, ha l’obiettivo di far emergere episodi illeciti avvenuti all’interno per tentare di gestirli evitando eventuali sanzioni economiche e ripercussioni sulla reputazione aziendale. Gli strumenti informatici possono proteggere l’identità del segnalante attraverso una modalità di comunicazione semplice e tempestiva, che permetta all’azienda di approfondire la problematica in modo efficace ed efficiente.

Eqs Group Italia, con il contributo di EY Italia, ha svolto un’indagine sul whistleblowing nelle aziende italiane ed ha presentato i risultati in occasione della 4° edizione della Conferenza Europea dedicata all’Etica e alla Compliance. L’inchiesta voleva restituire una sintesi delle correnti modalità di raccolta e gestione delle segnalazioni nelle organizzazioni italiane ed ha quindi coinvolto un campione di 135 aziende, provenienti da differenti settori e con diverse dimensioni.

Soltanto il 16% delle aziende in questione ha dichiarato di non essere in possesso di un sistema di segnalazione di illeciti interno. Un dato che evidenzia un miglioramento visto che nel 2022 erano il 22%. Tuttavia, prestando attenzione alla composizione delle aziende sprovviste di tale sistema, si nota la presenza di organizzazioni con oltre 250 dipendenti (23% sul 16% totale), che risultano quindi inadempienti rispetto ai nuovi requisiti del d.Lgs n. 24/2023 in vigore su questo segmento di aziende dallo scorso luglio.

Prendendo in considerazione il canale messo a disposizione per le segnalazioni emerge come, alla casella e-mail dedicata, venga preferita la piattaforma in cloud realizzata da provider esterni. Un dato preoccupante quando si considera il fatto che il 20% delle aziende intervistate ha dichiarato di affidarsi solamente alla casella e-mail per la ricezione delle segnalazioni di illeciti.

Rispetto alla scelta del destinatario e gestore delle segnalazioni, l’Organismo di Vigilanza (O.d.V.) si conferma al primo posto, anche se emerge un netto aumento dell’affidamento della tematica a un organo collegiale interno preposto. Questo a dimostrazione di una crescente volontà di occuparsi direttamente del tema.

Attualmente i whistleblower sono ancora in maggioranza dipendenti diretti dell’organizzazione, nonostante stia crescendo il numero di segnalazioni provenienti da dipendenti di aziende fornitrici o partner dell’organizzazione in questione. Questo incremento può essere giustificato dal fatto che la nuova legge italiana, come la Direttiva UE 2019/1937, prevede un’estensione delle tutele. Inoltre, tra i soggetti che decidono di fare una segnalazione, oltre il 60% sceglie la modalità di tipo anonimo.

In media le aziende italiane ricevono 6,7 segnalazioni di sospetti di illeciti ogni anno e la bontà di tali segnalazioni viene confermata da percentuali che toccano il 90% per quanto riguarda la conseguente apertura di un’indagine interna atta ad approfondire quanto riportato dai whistleblower.

Eqs Group, inoltre, ha sviluppato una piattaforma in cloud dedicata alla raccolta e alla gestione delle segnalazioni: Eqs Integrity Line. Questo strumento permette ai segnalanti di riportare gli illeciti che avvengono internamente all’organizzazione, offrendo di svolgere questa azione sia in modo anonimo che non. Il pregio di Eqs Integrity Line consiste nel non far sentire costretti i whistleblower a contattare le autorità o i media.

 

M.M.

Tags: impresesegnalazioniwhistleblowing
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