La norma, introdotta con il decreto legislativo n. 177/2021, recepisce nell’ordinamento nazionale l’articolo 15 della direttiva copyright (UE 2019/790), con il quale il legislatore europeo ha inteso affrontare la questione dell’equa distribuzione del valore generato dallo sfruttamento sulla rete di una “pubblicazione di carattere giornalistico” tra l’editore (titolare del diritto) e le piattaforme che veicolano questi contenuti online. L’obiettivo è quello di fissare un “equo compenso” a favore dell’editore.
Sulla scorta dei criteri i indicati nel citato art. 43-bis, I’Autorità ha tracciato un modello per la sua determinazione, operando già in questa fase una distinzione tra prestatoti di servizi e le imprese di media monitoring e rassegna stampa, in ragione delle differenze strutturali relative ai servizi offerti.
Il metodo che l’Autorità sottopone a consultazione pubblica mira ad incentivare accordi tra editori e prestatori secondo criteri di ragionevolezza e proporzionalità, ispirandosi alle pratiche commerciali e ai modelli di business adottati del mercato.
La consultazione, aperta a tutti i soggetti interessati per un periodo di 30 giorni a partire dalla pubblicazione della delibera, consentirà all’Autorità di acquisire gli elementi di dettaglio necessari per definire, nel pieno rispetto dell’autonomia negoziale delle parti e sulla scorta dell’iter già delineato nel documento di consultazione, il modello per pervenire alla determinazione dell’equo compenso, attraverso un’attenta ponderazione dei contrapposti interessi in gioco.