I millennial, che oggi hanno un’età compresa tra i 27 e i 42 anni, sembrano allontanarsi sempre di più dalle piattaforme social.
Secondo lo scienziato dell’USC Annenberg Marlon Twyman II, oggi i social network non vengono più alimentati da una vera e propria connessione sociale. Ci troviamo immersi in quella che puo’ essere definita “l’apparenza della connessione sociale”. In questo nuovo scenario la complessità delle relazioni umane ha subito un calo non indifferente e questo puo’ essere una conseguenza del fatto che le piattaforme social incoraggiano interazioni transazionali, basate sulla restituzione di un feedback sotto forma di semplice e pura attenzione. Abituandosi ad interagire in questo modo, molti soggetti hanno sviluppato un certo grado di incapacità a relazionarsi in contesti in cui invece sono presenti obiettivi collettivi o comuni per un gruppo più ampio. Concentrandosi principalmente sulla propria immagine presentata online, a volte anche in modo ossessivo, le persone sono arrivate a focalizzarsi eccessivamente sulla propria identità anche nelle interazioni reali.
Per i millennial i social media hanno rappresentato una vera e propria opportunità, la possibilità di connettersi l’un l’altro per far fronte ad un periodo caratterizzato dall’instabilità e quindi provare a raggiungere insieme un futuro che pareva fosse irraggiungibile. Twitter e Facebook, per esempio, sono stati i luoghi dove moltissimi millennial hanno trovato non solo le proprie community, ma anche terreno fertile per nutrire la propria carriera lavorativa.
Oggi i millennial non si considerano troppo vecchi o troppo impegnati per i social media, ma non sono più interessati ad essere presenti su tutte le principali piattaforme social. In particolare, dichiarano di non essere disposti a pagare l’abbonamento per social che non lavorano verso un obiettivo comune.
Un importante tassello in questo allontanamento dai social è sicuramente rappresentato dal declino di Twitter, che da quando è finito nelle mani del patron di Tesla ha perso influenza e numerosi utenti. I problemi di sicurezza e di inclusività non sono delle novità, ma hanno registrato un netto peggioramento. Tra il 2008 e il 2015 Twitter ha rappresentato uno strumento rivoluzionario, che proponeva aggiornamenti in tempo reale su ciò che succedeva nel mondo. Oggi, nell’universo dei social media, al suo posto c’è un vuoto che non pare possa essere colmato. Diversi concorrenti hanno fatto a gara per accaparrarsi l’influenza di Twitter, il motivo per cui tuttavia nessuna di queste piattaforme è riuscita a conquistare la cultura di massa come hanno fatto Facebook e Twitter è che oggi gli utenti socializzano in modo completamente diverso.
I millennial sembrano quindi nutrire un sentimento collettivo di burnout e disinteresse verso i social. Hanno la percezione di stare su internet da moltissimo tempo e negli ultimi anni hanno preso atto che il modo di utilizzare le piattaforme è cambiato, due fattori che insieme hanno portato ad una diminuzione dell’uso complessivo dei social da parte di questa generazione.
M.M.