Per esercitare il diritto all’oblio oncologico, che garantisce alle persone guarite da una malattia oncologica di non dover fornire informazioni né essere sottoposte a indagini sulla propria precedente condizione patologica, sia per l’accesso a servizi bancari, finanziari, assicurativi e di investimento, sia in caso di controlli medici per le richieste di adozione, per l’accesso a concorsi, selezioni, lavoro e formazione professionale, l’interessato, ex paziente oncologico, può presentare un’apposita istanza, debitamente documentata, ad una struttura sanitaria pubblica o privata accreditata, ad un medico dipendente del Servizio sanitario nazionale nella disciplina attinente alla patologia oncologica di cui si chiede l’oblio, al medico di medicina generale oppure al pediatra di libera scelta.
Oltre ai dati anagrafici, è necessario fornire la documentazione medica relativa alla richiesta di oblio, un modello che è corredato dell’informativa relativa al trattamento dei dati personali, che potrà quindi essere utilizzato dagli operatori sanitari che rendono all’interessato le informazioni di cui all’art. 13 del regolamento (UE) 2016/679 (GDPR).
Il certificato di oblio oncologico deve riportare il nome, il cognome, il luogo e la data di nascita, il codice fiscale e l’indirizzo di residenza dell’interessato, senza includere dettagli sulla tipologia della malattia o sui trattamenti ricevuti. Viene emesso entro trenta giorni dalla richiesta, a condizione che la struttura sanitaria o il medico certificante ritengano soddisfatti i requisiti temporali previsti dalla legge n. 193 del 2023 (dieci o cinque anni) e dai successivi decreti attuativi che, per determinate patologie oncologiche, possono indicare periodi di guarigione più brevi. La certificazione è rilasciata gratuitamente.
Il decreto del 5 luglio 2024 prevede anche che l’ex paziente oncologico che vuole adottare un bambino presenti al tribunale il certificato dell’azienda sanitaria per confermare di rientrare nei termini per l’oblio, in quanto soggetto guarito essendo trascorso il periodo previsto per legge dalla fine dei trattamenti.
Un altro “importante passo avanti” secondo il presidente dell’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom), Franco Perrone, che “consolida una legge di civiltà, quella sull’oblio, tutelando al contempo in questo caso i diritti dei minori che verranno adottati”.